• {Creature Antiche Vivono Ancora GDR} • Gioco di Ruolo by forum a carattere Horror-gotico moderno

Votes taken by 'Raven'

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    Chiudi gli occhi, e dimentica - Yui e Aster
    #entry463538451
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    Lo strano caso del timido luccio e del gatto che gli insegnò a nuotare
    https://creatureantichevivonoancora.forumc...2912731#newpost
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    Allora andata per la corsa di moto illegale :D
    Ti chiedo il favore, se puoi, di aprire: purtroppo in questi giorni sono impantanato a causa degli esami (pratici) e devo finire diverse tavole prima di settembre T_T
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    CITAZIONE (Ahmanet @ 31/7/2020, 01:39) 
    Ero straconvinta di essermi iscritta con l'account principale, sorry!

    Onestamente Markus quando l'ho creato non l'ho pensato come un pg da combattimento, ma più da intrecci/di supporto, e quindi voglio evitare gli scontri anche se mi rendo conto che ciò implica uno sviluppo più lento del personaggio. Dunque per questo ti assecondo ed opto pure io per una role "tranquilla".

    Si potrebbe però fare una role caotica in ospedale. Magari Markus potrebbe essere un paziente dopo aver avuto un incidente - oppure perché reduce da una rissa - o potrei porre il pg in una situazione un pò assurda dove aiuta una donna incinta. In ogni caso si ritrova Raven come dottore (?).

    Al locale di idee su due piedi sinceramente non me ne vengono... La chiacchierata da bar la sto facendo già con un altro giocatore, quindi no, e dubito che con Raven presente possano esserci risse o eventi "particolari".

    Fortunatamente fare il medico dà sempre quella marcia in più - anche fuori dall'ospedale, se preferisci. Librerie? Negozi? Musei? Se vuoi sperimentare qualcosa, io ti seguo volentieri a rotta di collo, ovviamente anche sulla base dei gusti del tuo pg.
    Se invece vuoi variare dall'emergenza medica, posso proporti un po' di idee. Se vuoi provare un tipo di scontro più moderato e signorile potremmo pensare ad una role in una scuola d'arme (un vero e proprio duello regolare, sempre che il tuo pg abbia una simile passione), oppure a qualcosa che riguardi l'esoterismo (un ambito in cui il Rave da piccione passa a falco pellegrino). Se Markus ama qualche tipo di strumento, il Rave può dare lezioni di ripasso. Corsetta di moto illegale? La sana competizione fa sempre bene XD
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    Ahmanet non c'è problema, considerato che al momento a parte Kitsune sono fermo con le altre role. Come vorresti partire? Personalmente un qualsiasi topic non combattivo andrebbe bene, a meno che tu non voglia provare a rodare il tuo pg sul versante dell'azione! Considera che il piccione gestisce il Moonlight e lavora in ospedale, quindi qualsiasi scusa è buona per incontrarlo :D

    @Kitsune grazie mille, non ti preoccupare per il ritardo. Ti rispondo a breve!
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    Non era raro che la maggior parte degli incidenti capitasse durante il fine settimana, durante il venerdì sera ed il sabato sera, quando qualcuno si dimenticava di premere il freno per stanchezza o per un goccio di troppo. Nouvieille dopotutto era una città come tante altre, dove la popolazione umana - e non solo - si divertiva alla fine dei propri turni di lavoro, festeggiando l'incombente settimana a venire con più alcool che sangue nelle vene. Tutto molto bello, se non fosse stato per il grande incidente in centro di quella sera che aveva coinvolto un numero spropositato di convogli e messo in movimento tutta la macchina sanitaria e di assistenza, tra chi si occupava di tagliare e sfondare le lamiere per liberare corpi più o meno maldridotti e chi si occupava di portarli via per ricucirli o, nel peggiore dei casi, ricomporli e cercare le famiglie. Non che Raven avesse la serata libera in quanto quella settimana era di turno dalle otto di sera alle otto di mattina, e non che gli dispiacesse in maniera così acuta constatato l'orrendo e truculento spettacolo a cui aveva potuto assistere... e tuttavia, aveva sperato almeno di poter visitare il suo locale l'indomani per accertarsi dei lavori di ristrutturazione. In qualità di sanitario invece, con un'emergenza così grande e improvvisa, non aveva dubbi sul tornare a casa: non ci sarebbe tornato. Nella migliore delle ipotesi, le otto ore di turno si sarebbero trasformate in dodici, dopodichè sarebbe crollato mugugnando davanti alla macchinetta del caffè o sul divanetto nella stanza degli infermieri. Nel peggiore, avrebbe dovuto chiamare qualcuno per sistemare casa e locale, arieggiare e fare le dovute pulizie, dopodichè si sarebbe schiantato contro il materasso per le successive ore e tanti saluti a tutti.
    Il problema della stanchezza comunque non si poneva finchè restava in movimento: c'erano stati talmente tanti corpi da recuperare e movimentare sul campo, e talmente tante operazioni chirurgiche tutte d'improvviso una volta tornati in ospedale, che difficilmente avrebbe avuto anche solo il tempo per pensare alla fatica mentale e fisica accumulata. Con un leggero abuso di caffeina e con l'aiuto dei colleghi era riuscito a caricare nelle varie ambulanze almeno una quindicina tra morti e feriti, e il massimo legale di due interventi in rapida successione gli aveva concesso di prendersi una pausa con un lavoro più tranquillo e decisamente meno amato.
    Per quanto chirurgo di pronto soccorso, non molti medici in ospedale amavano avere a che fare con i cadaveri e la loro pulizia e chiusura, specie quando l'intestino stava da una parte ed il resto spiaccicato da un'altra, magari a qualche metro di distanza. A Raven non spiaceva invece stare in compagnia dei morti, silenziosi ed immutabili, e così verso le due - col calare delle emergenze - l'avevano mandato a ricostruire e pulire quelli più gravi, quelli di cui quasi nessuno sopportava lo sguardo assente e le profonde lacerazioni nei tessuti.

    L'obitorio dell'ospedale di Nouvieille non era vasto, ma aveva una buona quantità di celle frigorifere, lettini di metallo e forniture davanti a cui il suo personale nel seminterrato poteva solo impallidire. Due cadaveri di diversa nazionalità e sesso stavano sotto teli di lino che iniziavano a grondare dalla quantità di sangue assorbito, mentre gli altri quattro, leggermente messi meglio, erano stati portati da altri colleghi alle celle e messi lì dentro in attesa che l'angelo nero finisse il suo compito un po' alla volta. Aveva una scrivania in un angolo illuminato della stanza e dopo aver completato i controlli preliminari e visionato i rapporti stesi sull'ambulanza, doveva passare all'ispezione degli effetti personali, recuperare le informazioni sui familiari e contattarli, per poi occuparsi di rimettere assieme i pezzi del puzzle umano, armato di bisturi, pinze, ago e filo. La valutazione che avrebbe in seguito scritto sarebbe valsa come peripezia per le autorità competenti e come autopsia valida, motivo per il quale non solo ricuciva, ma apriva e chiudeva constatando la gravità dei danni e a quali organi.
    Faceva un freddo cane però. L'obitorio era ovviamente tenuto a temperature basse per permettere la conservazione delle salme, e probabilmente anche la sua, motivo per il quale lavorava rattrappito dentro la vistosa divisa rossa con catarinfrangenti sulle braccia e sulle gambe, su cui risultava impossibile distinguere il colore dal sangue effettivo. Con le mani avvolte dai guanti di lattice azzurri tipici del personale e circondato da una quantità assurda di contenitori, lavorava minuzioso all'esplorazione del secondo corpo umano dopo aver finito col primo, borbottando e lamentandosi di quando in quando del freddo che gli entrava nelle ossa, in piedi per metà ma con una gamba ed il piede incastrati nel piolo di uno sgabello imbottito, da modo potesse trascinarlo per sedersi ogni tanto. La tazza di caffè bollente era poggiata sul ripiano del lavandino, ma dubitava che la donna asiatica dai lunghi capelli neri fatta a pezzi davanti ai suoi occhi se ne sarebbe lamentata, così come non si sarebbe lamentata di avere qualcuno con cui parlare. A tutti gli effetti, l'angelo sembrava il classico anatomopatologo alla CSI, leggermente inquietante e forse anche sgradevole agli occhi degli altri per la mancanza di scrupoli verso corpi morti e (quasi) sepolti. Un motivo in più per cui nessuno sarebbe venuto a disturbarlo tranne che in casi di urgenza.

    Erano quasi le quattro - e lui era solo a metà del lavoro - quando sentì un rumore provenire da dietro la doppia porta che dava al corridoio. Guardò l'orologio strabuzzando gli occhi per l'orario, dopodichè si lavò velocemente le mani al lavabo e afferrò la tazza di caffè ormai fredda, sorseggiandola. Arricciò le labbra dal disgusto - ormai tagliate in più punti, perchè passava il tempo a tormentarsele coi denti mentre lavorava - prima di convincersi che poteva prendersi un momento di pausa per scaldarlo. Allora si staccò dal tavolino scansando lo sgabello, lasciando tutti gli strumenti riposti accanto alla testa del cadavere scoperto, e si diresse alla scrivania inondata di scatole e oggetti tra i più disparati sul quale troneggiava il bollitore mezzo vuoto, nel quale riversò il contenuto della tazza.
    Si? Alzò la voce in risposta al rumore appena sentito, mentre pigiava il tasto di accensione, mettendosi a braccia conserte ad aspettare il caffè al sapore di acquaragia. Non gli sembrò di avere risposta, per cui si girò verso la porta, prima dubbioso. Preferì insistere, supponendo di aver sentito un collega bussare.
    Che c'è?
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    Finalmente non ci fu alcun bisogno di proseguire nello scaricare elettricità nel vagone, che peraltro riprese a viaggiare da solo con le luci accese come se non risentisse minimamente del potere dell'angelo. Staccata la mano dall'esterno, Raven potè rialzarsi in una posizione più solida e seria, stirandosi i fianchi della giacca come per apparire più composto di quanto non fosse, mentre una voce veemente senza corpo diceva di venire lusingata dalle sue parole. Il corpo in realtà l'angelo lo vide ben presto nella più pomposa delle apparizioni spiritiche a cui aveva assistito in quegli anni: un vento caldo spirò al blocco del vagone e all'apertura inaspettata delle porte, portando con sè una corrente d'aria calda e l'odore di spezie che gli ricordava Marrakech, le sue strade sabbiose e piene di bazar, le sue chincaglierie e luci nella notte. Effettivamente, a parte il vestito pomposo, era proprio come l'aveva vista nella propria mente: una bella donna, non più giovane, dai lineamenti nobili e dagli occhi scuri come i capelli. I tratti antichi e un filo di trucco appena accennato facevano risaltare la sua bellezza, proveniente da terre lontane. Senza più alcuna traccia d'elettricità nell'aria, potendo muoversi in tutta sicurezza, Raven stese una mano verso di lei come a concedergliela - eppure mantenne attiva la simbiosi, in modo da affinare i loro caratteri e trovare un punto d'incontro.
    Fu alla sua presentazione che capì cos'aveva avvertito di strano in lei: all'inferno ne aveva visti tanti, da Pius Magnus a Boudicca, in realtà nemmeno tanto oppressi dalla Stella del Mattino che più che dirigere l'inferno, passava il tempo a giocare a partitelle di carte con lui ed altri Principi pari grado. Ma ma la sfarzosa Erzæbeth, la Contessa Sanguinaria accusata del massacro di innumerevoli giovani donzelle e per questo murata viva. L'angelo conosceva bene la storia e ricordava in biblioteca, tra un argomento ed un altro, di aver recuperato un diario che citava delle torture fatte alla servitù e di un conteggio delle morenti che andava fin oltre le 650, e di come la Báthory fosse in qualche modo iniziata alle arti magiche, non sapeva se stregonesche o meno. In ogni caso, non avrebbe avuto l'ardire di ricordarle la morte terribile che aveva subito - preferiva sempre evitare questo dettaglio a fantasmi di cui non era pienamente sicuro della stabilità mentale. Piuttosto, poteva scoprire tanti piccoli segretucci sul suo conto e magari affinare anche le proprie tecniche di tortura, sebbene non fosse esattamente il suo genere. Poteva difatti notare alla sua cintura certi strumenti che aveva visto solo in qualche museo delle torture in giro per l'Italia e la Francia, forse, ognuno di loro spietato a suo modo.
    Il treno comunque ripartì e le porte si richiusero, con l'altoparlante che suonava un delicato Walzer di Strauss in sottofondo. Lo riconosceva dagli studi condotti dalla sua controparte umana in conservatorio, che poi erano il motivo della sua bella voce e della capacità di adattarsi a qualsiasi strumento musicale, un merito che aveva fatto suo con una carriera da brillante cantante.
    Oh, Madama Báthory, o se preferisce Asszonyom Báthory usò un termine ungherese basilare, l'ennesimo imparato tra libri e viaggi improbabili, con un sorriso. Piego il tuono a mio piacimento e molte altre cose, ma non mi direi un'arcanista di fatto. Oserei dire che piuttosto che sfruttarla, faccio io stesso parte della magia spartita nel mondo...
    Suadente, insinuò in lei l'idea di quanto potesse essere piacevole vedere il sangue scorrere nuovamente da una fontana umana appesa al soffitto. Aveva persino un luogo adatto a farlo in tutta discrezione. Raven amava il sangue, si cibava di carne - era per lui motivo di sostentamento in quanto non esisteva carne più calorica ed il suo corpo chiedeva un altissimo prezzo per poteri e giovinezza apparente - ed al suo stesso corpo sfuggì un brivido caldo lungo la schiena ed un particolare imbarazzante che nascose fulmineo, nemmeno troppo imbarazzato, sistemandosi frontalmente il lungo cappotto mentre si schiariva la voce. Era meravigliosamente antica e risvegliava pulsioni che non sentiva da parecchio, complice la lontananza dalla sorella fantasma che gli si concedeva regolarmente.
    Ma per scoprirlo dovrebbe vedermi per quello che sono davvero. Ho come l'impressione che potremmo in qualche modo essere affini. Di nuovo un sorriso genuino, gli occhi verdi che sfolgoravano mentre la invitava con un gesto a sedersi vicino a lui, tornato in piedi da poco. Nonostante la tarda ora, vorrebbe magari fermarsi con me sulla via di casa? Non conosco la sua dimora, ma sono sicuro che potrebbe trovarsi a suo agio nella mia biblioteca, davanti ad un camino acceso. O se preferisce, posso farle da chaperon per la serata ed accompagnarla dove desidera... o meglio, da chi desidera di più. Un bagno caldo potrebbe giovare ad entrambi, in effetti. Ovviamente si riferiva ad un bagno di sangue, che sarebbe stata anche un'ottima occasione per guarire dalle ferite della serata. Avrebbe voluto accarezzarle il viso, in un guizzo di pensiero lussurioso, nonostante l'intangibilità, ma non gli sembrava un comportamento consono alle abitudini e al periodo storico della cara Erzæbeth. Avrebbe aspettato, bramato e tramato, come sempre, di potersi rotolare nel sangue vischioso con una nuova compagnia.
    Sono sicuro che avremo molto di cui parlare. Ho tante domande da porle, Madama, riguardo alle sue capacità esoteriche... ed immagino valga lo stesso per ciò che sono e so fare. Mi permettete quindi di accompagnarvi alla destinazione che più vi aggrada?
    Che non si dicesse che gli angeli neri erano tutti dei rozzi e dozzinali manipolatori! Il suo aspetto poteva tradire un certo ego, considerati i capelli bicolore ed i piercing alle orecchie, ma Raven sapeva come trattare con le donne d'antiquariato.

    CITAZIONE
    Simbiosi:
    Quest'abilità, a differenza di quanto si possa credere, è attiva. Permette all'angelo nero di entrare in contatto con la sfera dei sentimenti e dell'animo della vittima per cercare di mettere in simbiosi il proprio stato d'animo con quello dell'altro per manipolarlo e trasformarlo in qualcosa di simile al proprio. Se per esempio l'angelo è invaso dalla gelosia, o dalla rabbia, oppure da un forte impulso verso la lussuria, la vittima verrà invasa dallo stesso impulso dell'angelo. La sua coscienza viene intaccata solo superficialmente e resta quindi cosciente quasi completamente di ciò che fa, ma non ne comprende la causa. Ricordiamo che l'angelo non può piegare completamente lo stato d'animo della sua vittima, ma solo per renderlo tanto simile a lui in questo senso e renderlo in un certo senso vulnerabile e moralmente più debole e incline a lasciarsi andare a forti sentimenti. Tuttavia la vittima, se intuisce qualcosa, può tentare di opporsi e se l'angelo trova una forte resistenza e un'altrettanta forza d'animo, l'abilità potrebbe fallire nel suo intento.
    *N.B.: Non è un potere in grado di spingere all'omicidio o al suicidio.
    - Durata dell'abilità: max 5 turni (per dare modo all'utente che possiede un angelo di tentare la simbiosi e di conseguenza di dare modo ai due utenti poi di giocarsela per un po'.)
    Turno II
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    Le luci iniziarono a cedere, il riscaldamento - come predetto - a crollare di temperatura. Raven, in allerta, udì qualcosa di lontano come un'eco ripetuto, un suono di risate e mani che applaudivano, ma niente che accertasse l'idea che gli si stava formando in mente. Aveva avuto così tanto a che fare con i morti che ora reagiva come se la morte stessa fosse una malattia spontanea, una cosa del tutto naturale: il vagone intriso di elettricità solitamente era bastato per portare Adi allo scoperto ma ora non soffriva alcun effetto, e di certo sua sorella si era già raggomitolata in casa alla ricerca di qualcuno o qualcosa da tormentare insistentemente. Quindi, quale essere sconosciuto poteva star abitando i vagoni delle metropolitana a suo scapito?
    Aveva affrontato il freddo del finestrino e le scariche elettriche del treno, eppure in un momento si trovò con la pelle accapponata, come se un essere astrale l'avesse accarezzato appena, quel tanto che bastava da raggelarlo. Come succedeva sempre gli si rizzarono i peli sulle braccia e i capelli sulla nuca, una sensazione a cui ormai si era abituato, ma che riconduceva ad un particolare tipo di esseri che si aggirava per le vie di Nouvieille. Senza mai staccare le mani dall'esterno e dall'interno del vagone, perse un attimo il focus, la concentrazione di sè: era come se percepisse uno spazio molto, molto più ampio. Per un momento la sua mente si ritrovò catapultata in un altro mondo, dove una donna non giovanissima ma bella, dai lineamenti antichi, prendeva a falciate delle giovini appese a testa in giù dal soffitto, beandosi del loro sangue. Una scena sicuramente di una certa importanza, che magari avrebbe atterrito alcuni ma che fece solo sorridere l'angelo, un sorriso a pieni denti come se, soltanto alzando la mano nel progressivo buio che aggrediva il treno, potesse sfiorare la ceramica e tastare a sua volta il sangue di quelle piccole danzatrici al contrario, sentire le vibrazioni del doloro dimenarsi nelle catene e il propagarsi delle loro urla nella volta della camera. Persino la presenza di quelle anticaglie attorno non lo turbava, perchè col suo passato di suonatore e cantante adorava gli oggetti vecchi e pesanti, fatti di legno vero talmente spesso che ci si aspettava che prendessero a parlare da soli. Il suo pugnale, Legione, lo ricordava assai bene...
    Mi chiamo Raven, Madama.
    Era solo e solo i muri gli avrebbero dato dello scemo, nel caso. Parlò all'aria sapendo comunque di potersi aspettare una risposta in un punto indefinito, illuminato dalle scintille: mantenne le scosse come mera precauzione e come copertura data la progressiva ombra che facevano calare a causa delle luci instabili, ma comunque si presentò come un gentiluomo qualsiasi, prendendo spunto da quello che aveva visto nella propria mente per tastare l'ambiente alla ricerca di un'altra impronta di qualsiasi tipo. E per farlo, avrebbe dovuto entrare in contatto con quella "cosa", qualsiasi essa fosse: guardò circospetto l'ambiente, cercando dove potersi concentrare per farlo, gli occhi verdi che sfolgoravano nel buio.
    Qualsiasi cosa lei sia, sarà più facile guardarsi negli occhi a vicenda. Forse solo per scrutare i suoi, così scuri e pieni di passione. Non crede anche lei, Madama...?
    Non si espose troppo, ma l'angelo sapeva dove e come prendere individui particolarmente vividi nell'animo, orgogliosi. Aveva visto una donna bellissima in una vasca bianca ricolma di sangue e pur facendo fatica a ricondurre l'immagine ad antiche storie narrate, sapeva che una donna di tale veemenza non poteva che essere bella e forte. Ma per assicurarsi un avvenire brillante, pensò lui che era stato cantante e artista, non si poteva far altro che poggiarsi ad un braccio amico, giusto?
    Cercò di mettere da parte ansia e stanchezza per coinvolgerla in un senso d'amicizia, intimità addirittura, un'intimità che avrebbe voluto condividere sorseggiando il sangue di quelle povere martoriate. Poteva quasi sentire quel flebile sapore di giovinezza passargli dal palato, tutto da assaporare, gustare, incasellare.
    Alcuni lo fanno per la giovinezza e altri perchè hanno un ottimo gusto pensò sorridendo, sollevando le labbra in un sorriso affilato e malandrino.

    CITAZIONE
    Sovraccarica: Raven è in grado di sovraccaricare di energia qualsiasi apparecchiatura elettrica o elettronica presente nei paraggi (un lampione, una torcia, dei cavi dell'alta tensione, delle batterie, ecc), generando una dispersione di tensione che gli permette di danneggiare gli avversari con scariche elettriche direzionate. Sulla corta distanza, può manipolare l'elettricità presente nel proprio corpo per produrre calore e convogliarlo a livello di epidermide, potendo così provocare ustioni fino al secondo grado (o maggiori, se ripetuta più volte sulla stessa area) o surriscaldare i metalli col tocco. 3 turni
    Turni II

    Simbiosi:
    Quest'abilità, a differenza di quanto si possa credere, è attiva. Permette all'angelo nero di entrare in contatto con la sfera dei sentimenti e dell'animo della vittima per cercare di mettere in simbiosi il proprio stato d'animo con quello dell'altro per manipolarlo e trasformarlo in qualcosa di simile al proprio. Se per esempio l'angelo è invaso dalla gelosia, o dalla rabbia, oppure da un forte impulso verso la lussuria, la vittima verrà invasa dallo stesso impulso dell'angelo. La sua coscienza viene intaccata solo superficialmente e resta quindi cosciente quasi completamente di ciò che fa, ma non ne comprende la causa. Ricordiamo che l'angelo non può piegare completamente lo stato d'animo della sua vittima, ma solo per renderlo tanto simile a lui in questo senso e renderlo in un certo senso vulnerabile e moralmente più debole e incline a lasciarsi andare a forti sentimenti. Tuttavia la vittima, se intuisce qualcosa, può tentare di opporsi e se l'angelo trova una forte resistenza e un'altrettanta forza d'animo, l'abilità potrebbe fallire nel suo intento.
    *N.B.: Non è un potere in grado di spingere all'omicidio o al suicidio.
    - Durata dell'abilità: max 5 turni (per dare modo all'utente che possiede un angelo di tentare la simbiosi e di conseguenza di dare modo ai due utenti poi di giocarsela per un po'.)
    Turno I
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    Il freddo che il palo trasmetteva alla sua fronte calda un po' lo faceva rabbrividire e un po' gli procurava piacere, a onor del vero. E dire che lui odiava il freddo, quello dell'autunno di Nouvieille che gli entrava nella pelle, umido come la peste per le sue ossa intorpidite. Non si era addormentato, ma Raven aveva chiuso brevemente gli occhi all'ennesima fermata, contando automaticamente con la mente quelle mancanti all'arrivo di casa. A vederlo così da lontano, con i capelli bicolore, assonnato e quasi quieto, poteva sembrare placido - il cantante di dieci anni fa che ancora faceva le notti brave al Moonlight, preparando concerti con effetti speciali e consolidando una carriera che ora era passata in sordina. Perchè? Perchè aveva smesso?
    Aveva così tante idee in testa, così tante canzoni, così tanto da dare al mondo per dimostrare di non essere nulla. Gli ultimi anni e perfino quella prima notte in città si era impilata assieme a loro in un immenso gomitolo aggrovigliato fatto di eventi evanescenti, poco importanti, che non gli davano stimoli e non lo smuovevano. Perfino il nuovissimo lavoro in Pronto Soccorso era incline a non potergli dare la soddisfazione che aveva pregustato non più di un secondo prima, e che ora sembrava cenere sulla lingua. Ad un tratto Raven si sentì preda di un freddo pungente che gli correva dietro la schiena e istintivamente la inarcò, raggomitolandosi subito dopo nel cappotto, aggrappato ancora al palo. Aprì gli occhi giusto per controllare i dintorni, ma si scoprì privo di compagnia e allora tornò a rilassare la testa sul metallo, riprendendo il corso dei pensieri.
    Era tornato a Nouvieille per eliminare la sorella ed il figlio, e perchè in qualche modo sentiva malinconia per Sara e Midnight. Con loro aveva sbagliato tutto fin dall'inizio, specie con Sara: aveva sventato occasioni su occasioni, e atteso che lei lo volesse vicino... le aveva perfino affidato la cosa più preziosa che aveva per nasconderla. Che fine avesse fatto la Maga, quello era un bel mistero da risolvere, ma di certo non era riuscita nel compito che le aveva affidato e così oltre che della sua famiglia si era nutrito anche della sua vera figlia di sangue. Una piccola mora e pallida come lui, col suo vestitino sgargiante rosso di sangue... quant'erano dolci le sue budella, e quanto non aveva pianto dentro di sè ad ogni morso, ogni respiro. Continuamente.
    Sospirò, iniziando a percepire qualcosa di strano.
    Che ci faccio al mondo? Che senso ha?
    Si mise più comodo e inarcò le sopracciglia come se pensieri scomodi si fossero fatti strada dentro di lui: si sentiva straziato da una parte per ciò che aveva fatto, perfettamente giustificato per la sua specie, e giudicato per il come ed il perchè. Sacrificare vite innocenti non era certo una novità per l'uomo dai denti da squalo che mangiava carne umana, e nemmeno eliminare potenziali avversari futuri. Ma così, senza farle soffrire neanche troppo? Senza rimanere a godersi l'attimo? Perfino provando un qualche senso di colpa per loro?
    Che brutto disastro. Era colpevole di aver provocato davvero troppo poco dolore e un po' se ne dispiaceva, perchè era stato ingordo e vorace e invece di accontentarsi di un boccone o due aveva immerso la faccia nelle budella ancora calde della sua amata, adorata sorellina, sentendo le viscere sollevarsi mano a mano il sangue scorreva, pompato dal cuore...
    Ma d'altronde...
    D'altronde da questa mossa mesta a suo parere avrebbe ricavato anche i suoi vantaggi. Sua figlia non gli avrebbe più dato fastidio, suo figlio era eliminato dalla lista dei futuri angeli neri e sua sorella sarebbe tornata ad essere la Donna in Bianco e l'indomani avrebbe di nuovo infestato la sua abitazione, l'avrebbe di nuovo amato e servito credendolo Michael. Un win-win. E quanto a Raven, beh, adorava inframezzare il lavoro, alla cultura, alle sue donne, specie se si trattava del fantasma della defunta in questione. Questo lo fece sorridere vagamente, nonostante i pensieri cupi di prima: adorava andare a letto con un fantasma e aveva per migliore amico un gramo dalle mani bucate che volendo sarebbe tornato a registrarsi le puntate di Beautiful nel suo soggiorno. Una vita decisamente strana, che desiderava praticamente da quando se n'era andato.

    Ciao Neba, spero di aver interpretato correttamente il tuo potere (ovviamente con gli ovvi riscontri per averlo usato su una razza già perversa di suo) e il fatto che al momento la tua fantasma sia invisibile. Fammi sapere se c'è qualcosa da correggere :)
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    Non ti preoccupare, io l'ho riservata, eventualmente per qualche altro interessato ne aprirò un'altra ;)
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    Non ce la faceva. Ansimava. Mangiava, prendendo appieno dalle mani sporche di sangue che si portava alla bocca voracemente.
    Qualche lacrima gli scendeva sulle guance, seccandosi poco dopo mescolandosi al sangue. Raven era tornato, confuso, irritato, ferito. Di nuovo a Nouvieille. Di nuovo lì. Come se la strada del suo destino fosse segnata, come se il serpente non facesse altro che mordersi la coda ancora e ancora, un serpente maligno e severo pure con lui che di per sè non era affatto una persona buona, nè nuova.
    A terra accanto a lui giacevano due fedi di oro lucide del sangue, le fedi che aveva promesso a Shannon e a suo figlio. Il corpo sventrato della donna, cannibalizzato e con la faccia ancora raccolta in un grido di dolore era davanti a lui che ne stava gustando le interiora come se fossero nettare degli dei, mentre il figlio quindicenne era la preda scappata in mezzo alla boscaglia, ai roseti, incredulo di cosa stava vedendo fare da suo padre.
    E pensare che era tutto partito da una lettera, da un "incontriamoci...". E tutto si era declinato nella furia quando il viaggio non programmato di turno era finito con l'atterrare ancora lì, ancora una volta.
    Basta...
    Raven voleva spezzare quel destino infame e l'unico modo era uccidere, di nuovo, ancora. Aveva fame, doveva nutrirsi. Allora era andato alla sua vecchia casa e le aveva parlato un po' saccentemente, di come fosse tornato per lei, per loro, per vivere una vita insieme. Nessuno d'altronde avrebbe mai visto il sangue della sua figlia diretta sulle mani, lavato dove ancora giaceva, dove l'aveva nascosta Sara.
    Midnight non era riuscita a proteggere Shannon da lui, nè Sara lei dalla sfortuna di rintracciarla, scovarla, farla a pezzi per distruggere lo spirito interiore che lo teneva prigioniero da anni nella pazzia. Ora, finalmente libero, stava pagando il debito con sua sorella. Un debito che lui aveva chiuso lasciandole una vita, una fortuna, un figlio in ricordo di quello che era stato. Un debito da saldare con la sua morte, in realtà.
    Continuo ad infilare affannosamente le mani nel corpo femminile, con le unghie che sferzavano reni, fegato, che raccoglievano sacche e pezzi di polmoni ormai sbriciolati. Era ancora in forma umana, ma non aveva fatto quasi il primo passo in città ed eccolo, di nuovo imbrattato di fame, assetato di vendetta. Forse, anche di vendetta contro la città che continuava a comparire nei suoi sogni agitati all'estero, che lo tormentava assieme alla sua antica storia.
    Il sangue gli copriva tutta la parte superiore della maglia a mezze maniche, gli avambracci, la faccia. Il viso ferino l'avrebbe fatto sembrare a chiunque più un mostro che non un dannato ferito dal destino. Aveva trovato apposta uno spiazzo appartato lontano dalle strade basse della città, tra le piante al bordo dei fossi, dove ancora non faceva così freddo e la vicinanza all'acqua produceva una sottile nebbia. Raven si leccò gustosamente le labbra e le dita, sordidamente, come se quel liquido fosse una leccornia. Poi alzò il viso dal busto aperto della donna che tanto gli somigliava e aguzzò i sensi, inarcando profondamente la schiena, inspirando l'aria pungente che sapeva di erba... e terrore.
    Quando aprì gli occhi, sapeva già da che parte andare. Eccolo, lo sentiva, il suo passo goffo e tremolante a molti metri di distanza.
    Piccolino...?
    Un sorriso che sembrava una ferita nella sua faccia si aprì soddisfatto, rivelando i denti seghettati degni di uno squalo.
    Piccolino, vieni da papà! So che sei lì, da qualche parte... non puoi scappare.
    Raccolse le fedi mettendosele in tasca e strappo l'ultimo brandello di pelle dalla madre mentre si alzava, per poi morderlo e gettarlo via. Non era ancora sazio. Era infuriato, ma non tanto da trasformarsi.
    E se qualcuno ti nasconde... disse a bassa voce, in un sussurro. ...farà bene a non farsi vedere prima che lo trovi e lo surgeli. Magari come antipasto.



    Topic per Daisuke
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    Nome Utente: 'Raven'
    Link alla scheda del PG: Aster An Coinìn
    Link alla scheda del secondo PG, se c'è:/

    Edited by 'Raven' - 13/11/2023, 21:57
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    Assente e presente a salti e balzelli per tutto il resto di Dicembre: Varon torna dalla Danimarca, tra parenti e amici mi strattonano qua e là e di conseguenza il tempo che mi rimane è pari allo zero assoluto. Per gennaio torno attivo e pronto ;)
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    Adesso sono io a rispondere al tuo messaggio.
    Non ti ho mai mancato di rispetto. Forse è vero, c'è del malcontento tra gli utenti, ed è anche vero che Asterios è stato brusco nella sua risposta.
    Ma siamo su un forum, tra persone civili. Non ci interessa sapere chi sei, quanti anni hai o se hai figli, pensione e moglie "sexy". Sinceramente, non ci interessa proprio nulla di quanto riguardi la tua vita, o almeno parlo a nome mio. Usare queste cose per vantarsi e farsi grandi davanti agli altri è troppo: non è un comportamento adulto per quanto mi riguarda, ma di un quindicenne.
    Potevi legittimamente lamentarti della risposta un po' rude di Asterios. Ma non così.
    Mi spiace, ma meriti il ban.
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    Boss, questo è sopratutto per te, dato mi è stato espressamente chiesto dalla Varo di salutarti e di farti vedere questo per farti ridere - ma anche a tutto il forum, perchè tutti hanno bisogno di rotolare alle spese di poveri ingenui una volta ogni tanto x°D

    Altro forum:

    CITAZIONE
    UTENTE 1: Uhm, okay, scusate se ripeto il concetto: se ad esempio il mio PG decide di svolgere un'azione molto semplice, come fare un piccolo balzo per superare una pozzanghera devo sempre e comunque aspettare il Master per sapere se Byron supera la pozza con agilità o ci cade dentro come un baccalà?

    UTENTE 2 (lo chiameremo "l'espertone"): Sì =3
    Per ogni azione è sempre necessaria la conferma del master. Solo i pensieri possono scorrere liberamente ;.)

    *alchè, allibito...*

    RAVEN: Per una pozzanghera? Credo che l'autoconclusività sia da evitare solo nei riguardi delle azioni "attive", di combattimento o che coinvolgano altri personaggi.
    [...] Certo che se tento di spaccare una sedia, o di spaccarla in testa a qualcuno, sicuramente c'è bisogno del master, ma se mi accendo una sigaretta non devo tirare quanta agilità o saggezza possiedo per non bruciarmi ^^'''
    Anzi, ispirato dalla tua gif in foto: ma se io salto da un ponte, devo fare il tiro di destrezza per cadere in mare??
    Non credo proprio x°D

    *Alchè succede che la Varo si trovi da queste parti, che legga la conversazione e che faccia una faccia tanto assurda da essere immortalata per sempre nella mia firma, che recita:*

    sfi6
    La foto del master burlone:
    UtenteACaso: decido di andare in bagno.
    Master: Il calcolo statistico mi dice che sei stitico.

23 replies since 20/8/2008
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