La Casa di Neris

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    Agli occhi degli uomini, la vita passa dal buio all'oscurità. Agli occhi degli dei, la vita è una morte...

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    Nel momento stesso in cui mi sveglio - se 'svegliare' è il verbo adatto - mi rendo conto che c'è qualcosa che non va. C'è qualcuno appena fuori da casa, e da questa persona sento arrivare insicurezza e forse un po' di paura. Mi concentro su quella presenza, mentre cerco di comprendere perché mi sembra tanto familiare. Il suo odore! La risposta arriva quasi subito e un leggero sorriso mi compare sulle labbra. "Kim. La mia piccola." Sussurro, rivolta al nulla, mentre sento in me una grande tenerezza. Dopotutto, Kimberly è la mia bambina... più o meno. E ora devo decidere se strozzarla o chiederle scusa. Rifletto, rimanendo ferma nella mia bara, così immobile che potrei passare per morta. Cosa che sono, in effetti.

    In realtà, c'è un'altra cosa che devo decidere: andarle ad aprire o allontanarmi da qui? Grande Madre, cosa devo fare? Avevo deciso di stare lontana da lei per la sua stessa incolumità, però... adesso... Dea, che questo sia un tuo segno? Che ci sia ancora speranza? Posso ancora convincerla? Penso, ovviamente riferendomi alla mia intenzione di vampirizzarla.

    Spalanco la bara, alzandomi in piedi e camminando a piedi nudi sul pavimento in pietra, nel buio totale. Non perdo tempo ad accendere la luce o a mettermi le ciabatte, sarebbe inutile. Dubito che qualcosa in questa casa possa ferirmi i piedi e i miei occhi vedono benissimo anche senza luce. Salgo le scale e apro la botola. Mi fermo un attimo nella biblioteca, per riflettere. Ovviamente, potrei arrivare alla porta in pochi secondi utilizzando i miei poteri, ma non lo voglio fare: prima preferisco capire se la parte di me che è furiosa con Kim mi porterà a farle del male. "Talamasca." Basta questa parola per indicare cosa non posso perdonare alla ragazza. Ok, sono io che l'ho consegnata a un osservatore, ma questo non significa che lei doveva spifferargli tutto sulla mia vita!

    Sospiro, e controllo che la camicia da notte nera che indosso sia a posto. Poi mi dirigo verso l'ingresso. Arrivata apro la porta e lancio un'occhiata veloce alla ragazza.
    "Spero che tu non sia qui per farmi un interrogatorio." Commento, con un lieve sorriso sulle labbra.

    SPOILER (click to view)
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    Sensi sviluppati:
    Permette al vampiro di usare al massimo i suoi cinque sensi per fare tutto ciò che ritiene utile: seguire tracce, ascoltare dialoghi a metri e metri lontano da lui e tanto altro, sentire e percepire odori e rumori ad una certa distanza. Oltre tutto il vampiro possiede il sesto senso, ossia ciò che lo mette all'erta quando c'è aria di pericolo, minaccia, avverte la morte nelle vicinanze, le emozioni altrui così come la vita. E' per questo che riescono a sapere prima di chiunque altro se, per esempio, una donna è incinta, o se un uomo sta per morire o può essere salvato, così come avverte il passare delle stagioni in base alla vita che si manifesta nella natura.
    Antico: avverte perfettamente attorno a sè rumori, odori, parole e sensazioni nel raggio di circa 20/25 metri. Oltre i 25 metri riesce a capire se sono odori, rumori e altro che appartengono alla natura, umana e non, o sensazioni dovute al sesto senso.

    CITAZIONE
    Infravisione al buio
    Permette al vampiro di vedere al buio e anche a metri e metri lontano da lui. E' un potere, questo, che si fortificherà molto col passare del tempo.
    Antico: penetra perfettamente il buio per circa 25/30, focalizza quasi subito il fulcro nel suo campo visivo. Vede molto più netti rispetto al vampiro anziano, gli spostamenti poco oltre i 25/30 metri.
     
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    "E se fosse...?" Non posso fare a meno di chiedere, a una frase tanto... strana, detta da una vampira antica. Una frase piuttosto moderna. La sua frase potrebbe essere un avvertimento, una minaccia, ma il modo in cui l'ha detto - con quel sorriso sulle labbra - un po' mi rassicura. Ma non più di tanto... dopotutto Neris mostra agli altri quello che vuole che vedano.

    "Bella la casa." Commento, cambiando argomento. "Come mai l'hai comprata?" Sperando che l'abbia veramente comprata e non 'fregata' a qualcuno... Penso, e poi mi rendo conto di una cosa. "Ops... ho già fatto una domanda, sono un disastro: è più forte di me!"

    Perché mi sento spaventata in questo momento? Mi chiedo, perplessa. Dopo tutto il tempo che ho passato con Salicogenna non riesco a fidarmi di lei? ... E se stesse proprio ora leggendo i miei pensieri?

    Sospiro, rinunciando a dare una risposta alla mia domanda. Dubito che la vampira si tradirebbe se lo stesse facendo.
    "Comunque, Sal dovresti truccarti... si vede lontano un miglio che sei una vampira!" Scherzo, nel tentativo di rompere il ghiaccio.
     
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    "Sal..." Ripeto, e mi sembra di essere ritornata a quando lei era più piccola - pochi istanti fa, per me - e non riusciva (o non voleva) dire il mio nome completo. Non è cambiata per niente. Anche allora non voleva diventare una vampira. E sicuramente non lo vuole diventare nemmeno adesso... non serve leggerle nel pensiero per capirlo. Ma io continuo a sperare.

    "Hai ragione, ma devi capire che mi sono appena svegliata. Non ho fatto nemmeno in tempo a cambiarmi, come avrei potuto truccarmi? Poi... non mi sono ancora nutrita." Affermo, come questo bastasse a spiegare tutto, e sorrido, mostrando i canini a mo' di minaccia. "Entra dai, prima che io cambi idea."

    Mi sposto, in modo da permetterle di varcare la soglia. Non sono sicura che Kim l'oltrepasserà, ma se è arrivata fin qui ritengo che andrà fino in fondo.

    La domanda è... che ci fa qua?
    In realtà non è una vera e propria domanda, visto che credo di conoscere la risposta. La situazione che si è creata tra noi due è un po' particolare, probabilmente vuole cercare di risolverla. Ma se non è disposta a dirmi di sì, allora temo che sarà abbastanza difficile.

    Ma potrebbe esserci anche un altro motivo. Rifletto, ripensando alla questione Talamasca. Quindi...
    Non posso fare a meno di sfiorare la sua mente con la mia, decisa a scoprire cosa ha in mente la ragazza. Eppure... se leggere i pensieri a chiunque altro non mi disturba minimamente (tranne per il fatto che mi rovina le sorprese) con lei mi sento leggermente in colpa.

    SPOILER (click to view)
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    Lettura dei pensieri:
    Altro potere psionico che permette al vampiro di entrare silenziosamente nella testa altrui e leggerne i pensieri. Se la persona puntata dal vampiro ha la possibilità di chiudere la mente allora verrà difficile poterlo fare, e allora il vampiro troverà altre strade.
    Antico: riesce a leggere la mente di 4 persone, in un posto chiuso parecchio ampio e anche con rumori alti. All'aperto riesce a sentire i pensieri altrui sino a 12/15 metri di distanza da lui.
     
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    Rimango per un attimo ferma, mentre una parte di me inorridisce all'idea di entrare in casa. Piantala Kim. Mi dico, arrabbiata con me stessa. Sei venuta qui per far cosa? Fuggire a gambe levate? No, fuori o dentro non fa la minima differenza e Sal non mi fa paura! L'ultima affermazione è una bugia, lo so fin troppo bene, ma se riesco a convincermi di questo tutto sarà più semplice. Perché non riesco a dimenticare... Basta! Non ci devo pensare. Non era lei, punto e basta.

    "Certo!" Esclamo, forse un po' troppo allegramente, oltrepassando la porta. Ma non ha importanza: non sono mai riuscita a nasconderle un segreto, no? "Mi fai fare il giro della casa, vero? Sono curiosa. E' la prima volta che ne compri una, giusto?" Non posso fare a meno di chiedere, la curiosità sempre in agguato. "Ah... scusa se ti sommergo di domande, ma... ti mancano un po' i cimiteri? Insomma, hai vissuto in quei luoghi tetri per tanti anni, quindi te ne sarei affezionata, no!?"

    Mi pento immediatamente delle mie parole, ma ormai l'ho pronunciate. Luoghi tetri... avrei potuto usare un altro termine. Sono stupida.
     
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    Alle parole di Kim, mi permetto di scoppiare a ridere. Già, non è cambiata per niente. Rifletto, divertita.
    Ma subito mi tornano alla mente i pensieri che le ho carpito poco fa e smetto all'istante di ridere. No, è cambiata. E parecchio. Una volta non avrebbe avuto così paura di me. La colpa è solo mia, ovviamente, che son riuscita a farmi fregare da un maledetto spirito. Una storia vecchia, per i canoni degli umani, ma non per i miei.

    "Non sei stupida." Affermo, senza nemmeno preoccuparmi del fatto che questa affermazione le permetterà di capire che, sì, le sto leggendo nella mente (cosa che di certo deve aver considerato prima di venire qui). "Hai perfettamente ragione. I cimiteri sono luoghi tetri, ma prima erano adatti al mio... umore, potrei dire. Ora sono più sociale, più umana forse."

    Sorrido, considerando che il termine 'umana' non è molto adatto a me.
    "Sì, un po' mi manca la mia cripta: sarà piccola ma era un'ottima stanza da letto: dovresti provarla un giorno o l'altro." Dico, lievemente sarcastica, immaginandomi l'espressione di Kim mentre io le chiudo la bara. Sarebbe un evento interessante, oltre che in questo modo potrei 'vendicarmi' senza farle troppo del male. A meno che... Interrompo il pensiero ancor prima di formularlo. Va bene che la speranza è l'ultima a morire, ma non devo neppure tormentarmi inutilmente.

    "Vuoi fare il giro della casa? Non che ci sia molto da vedere, ma ti accontenterò." Ma non metterai piede nel mio rifugio segreto. Completo tra me e me. Dopotutto Kim non è solo la 'mia piccola' ma anche e soprattutto una spia del Talamasca. "Potresti rimanere a dormire qui, stanotte. La camera degli ospiti non è ancora stata toccata ed è pericoloso viaggiare di notte. Potresti fare incontri spiacevoli o disturbare il piccolo popolo. La notte appartiene alle creature sovrannaturali. E' più vicina all’Altro Mondo di quanto lo sia la luce del giorno." Commento, non molto contenta di pronunciare la parola 'creature'.
     
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    Impallidisco all'idea di dormire qui. "Grazie, Neris, sei gentilissima, ma preferisco tornare in sede. Non voglio disturbarti." Una bugia che, molto probabilmente, potrebbe essere riconosciuta come tale anche da un bambino. "Ma sarei felice se tu mi accompagnassi fino a lì. Senza entrare, ovviamente, o mi fucilano!" Dico, con una risata. Già, non so se i miei colleghi me la perdonerebbero.

    Sono felice che abbia risposto alle mie domande, almeno so che è ben disposta nei miei confronti. Forse dovrei smetterla di preoccuparmi... forse...
    "Senti..." Inizio, decidendo ad un tratto di andare al dunque. "so da un po' che sei tornata a Nouvieille ma non sono mai stata sicura che tu volessi rivedermi. E, visto che neppure tu sei venuta da me, non posso fare a meno di sospettare che sia così anche per te."
    Mi interrompo, un po' per riordinare le idee, un po' per trovare il coraggio di continuare.
    "So che quello che è successo l'ultima volta che ci siamo incontrate non è colpa tua, quindi non è necessario che io ti perdono: tu non hai fatto nulla di male. Però un timore mi tormenta da tempo. Tu desideri mordermi, vero? Vuoi trasformarmi e non cambierai facilmente idea." Rabbrividisco a questo pensiero e mi meraviglio di essere riuscita a dirglielo. "Sal, per favore, giurami che non lo farai mai contro la mia volontà! Giurami che posso venirti a trovare senza aver paura di te!"
    In effetti... in questo momento sono spaventata. Non ho idea di quale sarà la sua reazione alle mie parole e ho paura di scoprirlo.
     
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    Devo ammettere che mi stupisco delle sue parole... o meglio, del coraggio che la mia bambina ha ad un tratto dimostrato. Sapevo già che era questo che la tormentava - che, per di più, tormenta anche me - ma non immaginavo che sarebbe riuscito a dirmelo.
    "Sei cresciuta, Kim." Dico, un po' orgogliosa e un po'... triste. Sta crescendo, e io non posso - anzi, non voglio - fare niente per fermare questo processo. "Solo poco tempo fa non saresti mai riuscita a dirmi tutto questo."

    "Sì, hai ragione: io voglio vampirizzarti, ma non ho intenzione di farlo contro la tua volontà. Sarebbe controproducente. Ti farebbe infuriare con me e finiresti per allontanarti dalla tua creatrice." Esattamente come è successo tra me e Arawn, rifletto anche se la situazione era - e rimane - diversa.
    In realtà non ho idea per quanto tempo riuscirò a trattenermi, ma di certo non lo dirò a lei. Dentro di me (che novità!) ci sono due parti in conflitto. Una ritiene che è meglio vederla morire che farle un torto, l'altra che è meglio farle un torto piuttosto che vederla morire. Se fossi umana, probabilmente, sarei già andata da uno psicologo.
    "Quindi puoi stare tranquilla." Completo, non del tutto sicura della veridicità di questa affermazione.

    "Bene, allora devo farti fare il giro della casa." Continuo. "Mi dispiace che hai scelto di non dormire qui, ma va bene comunque. Dopo, ti accompagno fino alla sede del Talamasca, così non rischi di fare brutti incontri... cosa che temo sia la tua specialità. Che ne dici di arrivarci in volo?" Sorrido, convinta che le mie parole faranno tornare alla mente alla ragazza il nostro primo incontro.
     
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    Sospiro di sollievo, quando Salicogenna mi assicura che non mi renderebbe un vampiro contro alla mia volontà. Non son sicura che sia del tutto sincera, ma il motivo per cui non lo farebbe è un punto in suo favore.

    Quando parla di volare vengo presa dalla nostalgia. Quanto tempo è passato da quella notte... la notte in cui mi ha salvato la vita. I ricordi sono molto sfuocati, ovviamente, ma una cosa mi è rimasta: la strana sensazione che ho provato tra le sue gelide braccia, mentre ci alzavamo da terra, circondata da un vento forse ancora più gelido. Ho provato un misto di terrore ed esaltazione. Neris non mi ha mai offerto l'occasione di rifare quest'esperienza... tranne adesso.

    "Grazie... sarà fantastico." Dico, rispondendo al suo sorriso con il mio.

    Detto questo la seguo, osservando con attenzione le varie stanze della sua casa. Non è male come posto, ma c'è qualcosa di strano e mi ci vuole un po' prima di comprendere cosa sia... Sì, ho capito! Questa casa è poco vissuta. E' opaca, non mostra la personalità di Neris. Beh, si può rimediare. Nei prossimi giorni, appena riesco, vado a fare compere. Non potrò fare molto, ma bisogna pur cominciare, no!?
    Finito il giro, mi rendo conto che manca la sua bara... o meglio, che Neris ha preferito evitare di farmi vedere dove dorme. Questo mi rattrista un po', ma comprendo che lei ha ragione. Devo riuscire a riguadagnare la sua fiducia, come lei deve riguadagnare la mia. Ma questa sera è stato fatto un primo passo. E' un buon punto di partenza.
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    Mi son permessa di velocizzare le cose solo perché entrambi i pg sono miei! ^^
     
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    Dopo aver finito il giro della casa, ritorniamo all'ingresso e usciamo dalla porta. Osservo un attimo il cielo scuro, in silenzio. La notte è ancora giovane... Mi dico, anche se la notte è sicuramente più vecchia di me. E gli dei più vecchi di lei.

    Devo ammettere che sono sollevata di come si è risolta la situazione... o almeno lo sono in parte. Io sono la solita che mi tormento. Ma, alla fin fine, la mia strada è luminosa, perché gli dei mi sono vicini. Su questo sono fortunata. Molti vampiri brancolano nel buio, senza sapere se esistono per qualche motivo. Si sentono parte dell'oscurità... e niente di più.

    Mi volgo verso Kim e le porgo una mano. "Andiamo?" Le chiedo, anche se la risposta è piuttosto ovvia. Ma lei potrebbe avere dei ripensamenti: dopotutto, è umana.

    Chissà, forse un giorno...

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    Rabbia, dolore, fuoco
    Seguito di "Is Cuma lei san oige ca leagann si a cos"



    Sono a casa. Sana e salva.
    Beh... forse sana non proprio. Sento dolore dappertutto. Quella dannata dragonessa mi ha prima fatto volare qualche metro all'indietro e sbattere la testa sull'asfalto, mi ha bruciacchiata e poi mi ha fatto fare un volo di... non so quanti metri e mi ha fatto schiantare sull'asfalto. E, per quanto io sia una vampira antica, non sono certamente indistruttibile. Soprattutto non per quanto riguarda il fuoco. Il terribile e spaventoso fuoco. Ancora adesso, al solo pensarci, monto nel panico più grande.
    L'unica cosa buona è che son riuscita a tenermi la collana.

    Son questi i miei pensieri mentre fisso il soffitto, distesa sul divano del salotto. Se l'odio e la rabbia bastasse a uccidere una persona, Lara Scelus sarebbe già morta. Purtroppo, la dragonessa dev'essere quella che è uscita meglio dal nostro scontro, per quanto io l'abbia umiliata. Prima costringendola a chiedermi scusa poi sfuggendole con il medaglione di cui voleva appropriarsi. Il colmo è che se le avessi consegnato subito la collana, probabilmente a quest'ora staremmo chiacchierando amichevolmente. Ma non ho potuto farlo... non quando il prezzo era QUESTA collana. La collana che Alister ha recuperato tornando indietro nel tempo. Per me. Dopo il nostro incontro, Alister è scomparso. Non ho idea se ha lasciato Nouvieille o se ha smesso di girare la notte. In ogni caso, l'ho cercato e non l'ho trovato. Per quanto la memoria di una vampira sia più sviluppata di quella di un mortale, non avrei sopportato di perdere l'unico oggetto che mi ricordava lui. L'unico oggetto che provava il nostro incontro, le sensazioni che ho provato di fronte a lui. Sensazioni da una parte preoccupanti, ma dall'altra...

    I miei pensieri vengono scacciati dal dolore delle bruciature.
    "Dannazione!" Esclamo, sempre distesa, cominciando a insultare qualsiasi cosa in modo molto moderno: la dragonessa, la mia cocciutaggine, Alister, il fato, gli dei... e il mio creatore, per quanto in questo momento lui non centri assolutamente niente. Beh... magari la sua colpa è quella di non essere qui. Quando non serve, quando è solo di disturbo, è insieme a me, mentre quando sarebbe utile il suo supporto in un combattimento ovviamente ha deciso di non tormentarmi e di starmi alla larga, aspettando che sia io a tornare da lui. Perché, per quanto io mi sia impegnata, ho qualche dubbio che lui non sappia dove sono. Gli avrò lasciato una miriade di false tracce quando ho lasciato Londra, ma lui ha bevuto il mio sangue, ha letto nel mio cuore... sa quanto sono attaccata a questa città.
    "No, Arawn! Io non striscerò da te a supplicarti per il tuo sangue!" Mi ritrovo ad urlare, mettendomi in posizione seduta. "No! Mi nutrirò di umani e aspetterò che le ferite guariscano. Io NON ho bisogno di te!"
    Questo non è affatto vero, perché io ho bisogno del mio creatore. Soprattutto in questo momento. Ma non posso ammetterlo, nemmeno con me stessa.

    Devo andare a caccia, prima che la notte finisca. Lo so, ma non ho il coraggio di tornare in città. Ho paura di incontrare nuovamente Lara. Perché so che adesso non sarei in grado di fronteggiarla. Mi sento debole, fragile. E ho bisogno di qualcosa in grado di proteggermi dal fuoco... un artefatto magico, magari. Non ne ho mai avuto bisogno, ho sempre avuto una grande fiducia nelle mie capacità, ma adesso... adesso mi sento solo una bambina che vorrebbe piangere e aggrapparsi ai pantaloni del padre.

    Padre che non ho la minima intenzione di andare a trovare.
    Sarebbe un'umiliazione troppo grossa.

    ***

     
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    Un rifugio sicuro... o forse no?
    Seguito di Nella Radura Oscura e di C'è nessuno?



    Finalmente sono arrivata. E' notte... non so quanto fonda e personalmente non mi interessa. Dopo essere sfuggita da una non-so-che-creatura che voleva - molto probabilmente - farmi fuori e magari mangiarmi, l'unica cosa che ho voglia di fare è una bella dormita. Ma la chiacchierata con John mi ha fatto pensare, quindi temo che dovrò rimandare la visita al letto degli ospiti di una certa vampira per parlare con lei. Sempre che io trovi il coraggio di farlo, ovviamente. La discussione sarebbe molto simile a quella che ho avuto con lei l'ultima volta, ma ho intenzione di toccare un argomento leggermente diverso: la mia paura per lei. Una paura di cui - temo - lei sia già a conoscenza, anche se non l'ha mai dimostrato.
    Ed è un punto che non mi sarà facile toccare.

    Salgo i tre gradini che mi separano dalla porta d'ingresso, rincuorata dal vedere che le luci di alcune stanze sono accese. Neris è in casa... o almeno così sembra essere. Suono il campanello, per quanto sono sicura che - se è dentro - mi ha già percepito da un pezzo: sia per la mia presenza famigliare, sia per un altro piccolo particolare: fuggendo nel bosco mi sono come minimo graffiata un po' dappertutto. Dubito che una vampira non sentirebbe l'odore delle poche gocce di sangue che sono uscite - e forse stanno ancora uscendo - da quelle piccole ferite.
     
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    La sento. Molto prima che lei suoni il campanello. Il suo odore è inconfondibile e in questo momento è accompagnato dal leggero aroma del sangue. Che sia stata ferita? No, l'odore sarebbe più forte. Sì dev'essere graffiata. Penso, un poco preoccupata. Quando si parla di Kim, basta poco per preoccuparmi. Il mio terrore più grande è quello di perderla, e stranamente riesco ad ammetterlo... almeno con me stessa. Lentamente mi dirigo verso la porta, aprendola poco dopo che Kim ha suonato. Ho lasciato scorrere abbastanza tempo da non far sembrare che fossi appostata all'ingresso, o almeno credo. Appena la posso vedere, mi rendo conto che dev'essere stanca, molto stanca dall'espressione che ha sul viso. E non posso evitare di notare che i suoi abiti sono un po' sgualciti e che ha qualche foglia e rametto tra i capelli.

    "Kimberly... cosa è successo?" Domando, perché evidentemente è successo qualcosa. Sarei pronta a muovere mari e monti pur di distruggere chi osasse farle del male, e scommetto che la mia 'bambina' lo sa. Ma non posso certo tenerla qui fuori in piedi fino ad avere una risposta alla mia domanda, per quanto una parte di me voglia proprio così. Qualunque cosa abbia passato, deve riposarsi. E il mio bisogno di spiegazioni - per quanto, a mio parere, perfettamente legittimo deve aspettare. "Entra pure. Vuoi qualcosa da bere? Un tè, una cioccolata, del caffè?" Quasi quasi è meglio che la costringo, dopo aver mangiato qualcosa, a fare un bel bagno, a cambiarsi e a fare una bella dormita. L'importante è che - in una delle fasi - mi dia qualche spiegazione. Sempre che... Beh, le spiegazioni posso sempre trovarmele da sola. Rifletto, divertita dall'idea di fare un giretto tra i pensieri di Kim.

    Mi sposto leggermente, lasciandole lo spazio per entrare, per quanto adesso mi piacerebbe proprio prenderla in braccio e portarla in casa così... ma non sono sicura che a lei farebbe piacere.

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    Antico: avverte perfettamente attorno a sè rumori, odori, parole e sensazioni nel raggio di circa 20/25 metri. Oltre i 25 metri riesce a capire se sono odori, rumori e altro che appartengono alla natura, umana e non, o sensazioni dovute al sesto senso.
     
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    Neris è in casa. E non sono sicura di essere felice o no di questo. Naturalmente, passare la notte qui in campagna senza un luogo dove andare non mi ispira, ma non so nemmeno se ho voglia di rispondere alle sue domande. E il bello è che sono venuta qui apposta per parlare. Sono un caso perso. Non che sia una novità: sono abituata a ritrovarmi in situazioni simili: non sono abbastanza sicura di me stessa per poter prendere una decisione e portarla fino in fondo senza avere ripensamenti. Non son sicura di essere una persona troppo riflessiva, visto che spesso agisco senza pensare, ma in certi momenti mi sembra proprio di esserlo, di farmi problemi per niente. Perché dovrei temere per la vita di quel... di quell'essere? Mi chiedo, ripensando all'uomo - che di umano ha ben poco - che mi ha 'attaccato' nel bosco. Ma... forse non temo per la sua vita ma per quella di Neris. E' un'antica, eppure... ho paura di cacciarla nei guai, di vederla morire a causa mia.

    "E' tutto a posto, Sal." Rispondo, con un leggero sorriso. "Ho fatto un brutto incontro nel bosco, ma tutto si è risolto solo con un po' di paura. Poi... son io che me la sono andata a cercare." Continuo, mentre entro in casa. Sì, entrare da sola in un bosco di notte è andare a cercare i guai. Mi son solo meritata quello che è successo... meno male che c'era John nei dintorni. "Oh... una cioccolata mi farebbe molto piacere, se non è di disturbo." Aggiungo, già immaginandomi mentre la bevo. Mi darebbe sicuramente la carica... o almeno mi risveglierebbe un poco.
     
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    Agli occhi degli uomini, la vita passa dal buio all'oscurità. Agli occhi degli dei, la vita è una morte...

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    La cosa non mi piace per niente, ma non ho altra scelta che lasciare le cose come stanno e aspettare che lei decida di parlarmi di quello che è successo. Beh... in realtà avrei altre possibili scelte, ma non sono sicura che Kim ne sarebbe felice. Non che possa rendersi conto se io le leggo la mente, eh! Rifletto, in parte divertita dall'idea di sbirciarle per l'ennesima volta tra i pensieri, ma in realtà temo di aver paura di scoprire che quello che prova verso di me non è cambiato... o che è cambiato, ma non in modo positivo. Non voglio che lei abbia paura di me, anche se ha tutto il diritto di averla. Lei, Alice e... no, Lui no! Kim e Alice sono le uniche persone che sento come veramente importanti per me... che posso considerare come parte della mia famiglia.

    La accompagno in cucina, senza toccarla, per quanto in questo momento vorrei prenderla in braccio e coccolarla, esattamente come facevo quando era ancora una bambina. Ma lei non è più una bambina... non per i canoni umani, almeno. Per me lo rimarrà per sempre, ma... oh! Sono solo un disastro. Perché non l'afferro e non la rendo mia? Potrei farlo ora... Per quanto questi pensieri mi tormentano, so già che non lo farò. Non la legherò a me col sangue, non lo farò contro la sua volontà perché so già come andrebbe a finire.
    "Siediti Kim, mi sembri molto stanca." Affermo, spostando una sedia in modo da permetterle di sedersi senza che debba fare nemmeno lo sforzo di spostarla lei stessa. Poi mi dirigo verso il fornello, recuperando da un armadio il cacao e dal frigo lì vicino il latte. Latte che non ho mai aperto e che è tremendamente vicino alla scadenza. Ma io sono così: non voglio avere il frigo vuoto nel caso che arrivi qualcuno (ok, qualcuno è uguale a Kimberly)... e nel caso non arrivasse nessuno, posso sempre regalare ciò che sta scadendo a qualche poveraccio. Ce ne sono tanti nel mondo, e ce ne sono anche qui a Nouvieille, per quanto le persone si sforzino di non vederli.
    Metto il latte in una pentolina, facendolo scaldare. Potrei usare il microonde, ma ho già superato i miei limiti imparando a usare il fornello. Il microonde mi sembra troppo. Per quanto non mi costringerebbe a guardare il fuoco... beh... questo fuoco è sotto il mio controllo e quindi va bene... o almeno credo...

    "Mi puoi raccontare cosa è successo?" Tento nuovamente.
     
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    Quando la potenza discende, il dio è vicino.

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    Naturalmente, Sal non può lasciarmi tranquilla per qualche minuto, a bere la cioccolata che sta preparando. Deve per forza riportare la mia attenzione su quello che è successo, in modo che io glielo riferisca o che possa leggerlo nella mia mente. Perché lei potrebbe leggermi i pensieri senza il minimo sforzo, per quanto potrebbe scoprire solo quello che sto pensando nel preciso istante in cui scruta nella mia mente.
    Ma se lo viene a scoprire in quel modo... avrò meno possibilità di tenerla fuori dai miei guai. Rifletto. Ma anche se gliene parlo... dannazione, è testarda almeno quanto me!

    Sospiro, seduta più o meno comodamente sulla sedia. "Ho avuto la fantastica idea di farmi un giretto serale per il bosco... e mi sono persa." Annuncio, per qualche istante considerando la possibilità di dirle solo questo, tralasciando l'attacco della creatura sovrannaturale non identificata. Il problema è che non son sicura di essere in grado di mentire, soprattutto con lei che è tremendamente brava a capire i miei sentimenti, sia sbirciando tra i miei pensieri che... semplicemente guardandomi. Beh... tentare non nuoce. "Mi ha salvato un angelo bianco. E' stato molto gentile. Mi ha accompagnato quasi fino a qui, ma non ero sicura che fosse una buona idea portarlo fino a casa tua, quindi ci siamo separati." Mi zittisco un attimo, chiedendomi se possano le mie parole averla fatta ingelosire. Dopotutto, lei si sente la 'mia protettrice ufficiale'... o almeno vorrebbe diventarlo con un dannato marchio che non le permetterò mai di farmi. Non ho intenzione di modificare la mia condizione di 'semplice' umana, nemmeno di poco. Perché il primo marchio sarebbe come un primo passo verso la vampirizzazione.
    Allontano questi pensieri dalla mente - o almeno ci tento - e ritorno all'argomento 'angelo bianco'. "Cosa pensi degli angeli? Qual'è il rapporto tra angeli e vampiri? Potete andare d'accordo o è molto improbabile?" Ecco che ritorna la mia curiosità da osservatrice del Talamasca... curiosità che è in grado di scacciare la stanchezza e le preoccupazioni, anche se per poco.
     
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