• {Creature Antiche Vivono Ancora GDR} • Gioco di Ruolo by forum a carattere Horror-gotico moderno

Posts written by 'Raven'

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    Allora andata per la corsa di moto illegale :D
    Ti chiedo il favore, se puoi, di aprire: purtroppo in questi giorni sono impantanato a causa degli esami (pratici) e devo finire diverse tavole prima di settembre T_T
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    CITAZIONE (Ahmanet @ 31/7/2020, 01:39) 
    Ero straconvinta di essermi iscritta con l'account principale, sorry!

    Onestamente Markus quando l'ho creato non l'ho pensato come un pg da combattimento, ma più da intrecci/di supporto, e quindi voglio evitare gli scontri anche se mi rendo conto che ciò implica uno sviluppo più lento del personaggio. Dunque per questo ti assecondo ed opto pure io per una role "tranquilla".

    Si potrebbe però fare una role caotica in ospedale. Magari Markus potrebbe essere un paziente dopo aver avuto un incidente - oppure perché reduce da una rissa - o potrei porre il pg in una situazione un pò assurda dove aiuta una donna incinta. In ogni caso si ritrova Raven come dottore (?).

    Al locale di idee su due piedi sinceramente non me ne vengono... La chiacchierata da bar la sto facendo già con un altro giocatore, quindi no, e dubito che con Raven presente possano esserci risse o eventi "particolari".

    Fortunatamente fare il medico dà sempre quella marcia in più - anche fuori dall'ospedale, se preferisci. Librerie? Negozi? Musei? Se vuoi sperimentare qualcosa, io ti seguo volentieri a rotta di collo, ovviamente anche sulla base dei gusti del tuo pg.
    Se invece vuoi variare dall'emergenza medica, posso proporti un po' di idee. Se vuoi provare un tipo di scontro più moderato e signorile potremmo pensare ad una role in una scuola d'arme (un vero e proprio duello regolare, sempre che il tuo pg abbia una simile passione), oppure a qualcosa che riguardi l'esoterismo (un ambito in cui il Rave da piccione passa a falco pellegrino). Se Markus ama qualche tipo di strumento, il Rave può dare lezioni di ripasso. Corsetta di moto illegale? La sana competizione fa sempre bene XD
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    Ahmanet non c'è problema, considerato che al momento a parte Kitsune sono fermo con le altre role. Come vorresti partire? Personalmente un qualsiasi topic non combattivo andrebbe bene, a meno che tu non voglia provare a rodare il tuo pg sul versante dell'azione! Considera che il piccione gestisce il Moonlight e lavora in ospedale, quindi qualsiasi scusa è buona per incontrarlo :D

    @Kitsune grazie mille, non ti preoccupare per il ritardo. Ti rispondo a breve!
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    Certo, senza problemi. Aspetto che tu apra allora!
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    Ma volentierissimo! Hai già qualche idea su dove e su chi apre? Preferisci faccia io, o parti tu?
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    5 anni dopo (2014)
    1° anno
    dopo il ritorno.



    Falce di luna rossa
    Tornato a Nouvieille, deciso a sbranare la vecchia famiglia, Raven li attira in campagna. Nel mentre la lince mannara Daisuke si sta facendo una scampagnata...

    Viaggio verso casa
    Non è passato molto tempo dall'omicidio. Raven sta tornando a casa in metropolitana, prima di ricominciare le lunghe notti di lavoro al Moonlight e all'ospedale. Ma a quanto pare ha sempre avuto una certa affinità coi fantasmi e incontra una banshee che dice di essere Elizabeth Bathory, la leggendaria baronessa sanguinaria. Cercando di gestire la situazione, finisce per offrirle un corpo in cambio di un aiuto al momento giusto.
    Continua ne La scelta di un abito nuovo. (incompleto)

    Antyquary & Jewelry
    Qualcuno ha combinato un casino infernale al Moonlight. Il caduto, non particolarmente compiaciuto, riesce a recuperare abbastanza informazioni dalle telecamere del locale (ora in ristrutturazione) da arrivare al signor Raffaello Riva, scoprendo che è un artigiano. Dopo aver deciso di tenerselo amico, in quanto sembra una persona interessante e abile nel proprio lavoro, Raven gli commissiona qualche nuovo oggetto e il rinnovo del locale.

    Le Valchirie non sono immortali
    Persa in qualche modo la capacità di cantare, all'angelo nero rimane il lavoro di pianista al locale e quello di medico di PS all'ospedale. Durante la sera di un weekend un incidente stradale coinvolge parecchie persone, tra cui la giovane Ursa Walker, una tatoo artist. Costei è decisa a indagare su due persone, Brynhild (che lei pensa sia morta) e Mina Starcross (ex-direttrice del Moonlight per conto di Raven) e si reca per caso nell'obitorio in cui il caduto sta lavorando ai cadaveri dei feriti di quella notte. Avvertenze: scariche elettriche e beceri giochi sul caffè annacquato.

    Edited by 'Raven' - 1/6/2020, 13:59
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    Un braccio gli rimase incrociato sul petto mentre allungava l'altro per riprendersi il caffè, bevendone una lunga sorsata. Oddio, era ovvio volesse metterle un po' di paura, divertirsi un po' e tutto il resto... ma non era decisamente nel "mood", come lo chiamavano i giovani, per mettersi a squartare donzelle nell'obitorio di un ospedale pubblico. Sapeva di fare paura, per carità, era una grazia che Stella del Mattino gli aveva concesso volentieri a quanto pareva. Era fisicamente prestante e più alto della media; sapeva combattere e nel suo vero aspetto in Irlanda gli avrebbero dato della terrificante fata alla Nuada, mentre in Turchia (dove sembrava che anche il male venisse preso sul serio e non a calci su per il culo) lo avevano più semplicemente definito un Djinn, un "avvera-desideri", il classico genio della lampada al quale far attenzione a chiedere ciò che si volevo. Raven scosse la testa, davanti a quell'improvviso, evidente panico da parte della ragazza: d'altronde non la stava trattando da medico, pur con una frecciata qua e là? Si era perfino abbassato a spiegarle le regole della città e lei, molto poco cordialmente, sembrava mandargli tutti gli indizi di uno che sta cercando di scampare alla morte. Non sapeva se la cosa lo faceva più arrabbiare o più sentire avvillito - oramai non c'era più nessuno al quale si sentisse vicino quanto Sara, e perfino il suo aspetto carismatico non gli veniva incontro. Cos'era diventato, in fondo? Il venditore di un circo fortunato e malevolo, un consigliere che si accaparrava favori, un ex-cantante senza più molta voce, un medico per i criminali e quelli "deboli" delle altre specie (non gli venissero angeli neri sotto il naso, o gli avrebbe torto i capelli uno ad uno!).
    Ma difatti, io non lo faccio. Era la risposta più onesta che le potesse dare. Sorseggiò ancora, guardando un po' lei, un po' la propria tazza. So chi sono i buoni e chi sono i cattivi, e modestamente mi ritengo abbastanza furbo, per la media della seconda categoria, da tenermi buoni favori e alleati. Ho conosciuto tanti artigiani nella mia vita. Uno mi sta perfino aiutando col Moonlight, senza tralasciare che mi procura del vero caffè italiano. Non questa amuchina per diabetici. Scherzò velatamente sulla dubbia qualità di quella brodaglia, mentre controllava che anche il thè della ragazza fosse pronto. Se ne accertò, levando la bustina per poi andare al contenitore a buttarla nei rifiuti normali, non risentendo minimamente dell'acqua bollente che ne strizzò fuori sul lavandino prima di gettarla.
    Lo ammetto, forse sto invecchiando. Probabilmente è per questo che Mina ti ha mandata qui, anche se il nostro incontro fino ad ora mi è parso più casuale e meno guidato dalla mano del destino. Che... beh, credo tu abbia capito come la penso. Si riavviò alla scrivania, poggiando al solito il fianco alla superficie. Ormai doveva avere il segno perenne sull'anca, ma se lo sarebbe tenuto con grazia e sopportazione. Non mi piace maledire la gente nè mi piace che lo facciano gli altri, quelli della mia specie nello specifico. Ma tu hai citato un oggetto, e di solito gli oggetti maledetti vengono da quelle famose persone morte da svariate centinaia di anni che un giorno decidono di vedere che tempo fa fuori dalla tomba. Qualcuno gli fa lo sgambetto pensando "ah, com'è bello quel braccialetto azteco!" e zac, maledizione per te, i tuoi cari e tutta la tua futura genia. Non è da escludere che sia successo, ed in tal caso recuperare l'oggetto metterebbe te nello stesso tipo di guai della tua amica. Converrebbe restituirlo, e quasi di sicuro il tutto si annullerebbe.
    Riprese a bersi il caffè con gli occhi socchiusi finchè non ascoltò l'ultima frase dell'artigiana - si era definita "siamo tutti utili" quindi prendeva come buona quella constatazione -, spalancando gli occhi con la bocca in una smorfia tra il disgustato e inorridito.
    Certo cara mia che sei proprio una vera stronza con i tuoi amici! Ricordami di non entrare mai nella tua cerchia di conoscenti! Roba da farti gli applausi, veramente. Riposò la tazza sul tavolo. Sono qui a dirti che magari non è morta e "oh, meglio così". E se non è morta "chissenefrega, meglio che lo sia"?! Sarai un'ottima fonte per i piani bassi una volta finita la tua esistenza. La osservò con un sopracciglio alzato, pieno di sarcasmo.
    Sei di nuovo un'imbranata, comunque. Se puoi pagarti un risvegliante, la tua amica tornerà tra i vivi nuova di zecca. E nel secondo caso, che vuoi che sia? Non morta, non viva, non è certo una tragedia - se tutti i succhiasangue ed i carnivori di questa città la mettessero come te, dovrebbero spararsi. E puoi sempre farla tornare umana, diciamo... esprimendo il tuo desiderio davanti alla fatina della croce rossa. Previo un piccolo pagamento, s'intende. Scrollò le spalle, facendo finta di non essersi appena riferito a sè stesso.
    Oppure vuoi l'oggetto così tanto? Desiderio o debito, scegli tu. Sempre meglio che finire nella bocca dei famosi cadaveri ambulanti, che oltretutto fanno un po' schifo. Finì del tutto la tazza e la lasciò lì dov'era, per poi rifornirsi di guanti e tornare verso la postazione di lavoro, riprendendo in mano gli attrezzi.
    Già. Forse Mina non ti aveva avvertita del fatto che il suo datore di lavoro, come vero lavoro, avvera i desideri dietro compenso. Ma d'altronde ognuno fa quel che può per tirare a campare, giusto? Sorrise distrattamente. Grazie per il cani e porci, eh. Preferisco rimanere nella categoria piccioni, se non ti spiace. Ora scusa, devo finire le cuciture prima che faccia l'alba. Ma tu vai avanti pure a spiegarti se vuoi. O cerca la tua compagna... il database è sempre lì davanti a te, aperto sul portatile...
    ...Signorinella.
    Non c'era problema per lui nel continuare a parlare mentre squartava o ricuciva... multitasking, attitudine o semplice abitudine.
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    Non si era lagnata troppo pur avendo a che fare con un ago bello grosso, davanti al quantitativo di liquido da mandargli in vena. Certo non la farfallina per prelevare il sangue, quella piccola, con cui si distraevano i bimbi più reticenti che alla fine rimanevano imbambolati, specie nelle sue mani. I poteri aiutavano anche sul lavoro, in un certo senso. Comunque, le aveva finalmente messo la flebo e l'aveva fermata col cerotto appropriato, in modo non si muovesse anche in caso di movimenti bruschi. L'unica precauzione era quella di non piegare troppo il tubicino di plastica inserito con l'ago e lasciato nella vena, mentre il punzone metallico veniva estratto e gettato nel cestino giallo con la scritta "biohazard" (dove volarono anche i suoi guanti subito dopo l'operazione), facente parte di quei contenitori a rischio che andavano smaltiti diversamente da altri scarti. Finito il lavoro regolò con la rotellina la "dose" programmata, si assicurò che la goccia nel vetrino della flebo scendesse a intervalli regolari e guardò brevemente l'orario, spostandosi verso il bollitore che stava già fumando. Erano quasi le quattro e mezza e aveva ancora due cadaveri su cui lavorare. Ma finchè la ragazza stava lì a raccontargliela, poteva anche prendersi un paio di pause in più. A dire la verità, nessuno nell'intero ospedale se la sarebbe sentita di contrariarlo anche nel caso in cui non fosse riuscito a terminare le autopsie prima dell'orario di uscita.
    Quindi non sei sicura che sia morta, in realtà. Si riempì la tazza e la prese bollente senza fare una piega, ingollando un sorso di caffè con un leggero sospiro di soddisfazione. Non era la miscela di Riva che teneva a casa al sicuro, ma quantomeno l'avrebbe sorretto - ed inoltre il freddo dell'obitorio si acuiva sempre nelle ore precedenti al mattino. Posò la tazza e iniziò a rovistare nei cassetti nella scrivania, cercando una busta di thè nelle migliori condizioni.
    Mina... già. si disse sottovoce, mentre ascoltava la ragazza e le lanciava un'occhiata di traverso. Furba la signorina, doveva aver guardato sui documenti firmati sparsi ovunque per il tavolo. O anche il cartellino che portava appeso alla giacca del pronto soccorso, a dire il vero. Che differenza avrebbe fatto, comunque? Erano lì apposta per essere letti, in un certo senso. Trovò finalmente un contenitore di cartone giallo con scritto "the al limone" nel quarto cassetto, da cui estrasse una bustina più spiegazzata che malconcia. Insomma, più o meno utilizzabile.
    Conoscevo Mina Starcross, almeno come datore di lavoro. Il Moonlight è di mia proprietà, ma come vedrai faccio molti altri lavori... Mi pareva una brava direttrice e dal momento avevo affari urgenti altrove, le ho lasciato il locale da gestire per un po'. Purtroppo, sono tornato qualche mese fa e di lei non c'era traccia. Non so come tu sia riuscita a contattarla.
    Svuotò tutto il caffè nella propria tazza e andò a lavarlo e riempirlo di acqua al lavandino dell'obitorio, da dove prese una seconda tazza - quella dell'inserviente che prestava turno di giorno. Lavò anche quella prima di riportare tutto alla base per far scaldare il contenuto; nel frattempo mise la bustina nella tazza ad attendere, tornando al proprio caffè.
    Non ti so dire altro su di lei, nè su questa Brynhild. Non ho capito bene a chi ti riferivi quando parlavi di fare affidamento... su di me, o su questa Mina?
    Sorrise, anzi, quasi ghignò, lasciando intravedere un riverbero della sua dentatura da squalo.
    Beh, del resto avrai capito un po' di cose di questa città, Ursa. C'è tanta gente di cui non fidarsi. Mina forse era una delle poche eccezioni. E quando parli della tua Brynhild, mi sembra di sentire un riverbero di qualcosa... quello di una maledizione, forse. Non sono esattamente un esperto, ma ci ho preso la mano.
    Poggiò la tazza per versare l'acqua in quella con la bustina, portandola per posargliela accanto sulla scrivania - quella sera era un girotondo in quelle stanze. Vide qualche foglio schizzato che lei teneva appresso come se fosse un'ancora di salvezza, col disegno che sembrava avere la vaga forma di una tigre, e alzò un sopracciglio andando a poggiarsi sull'angolo opposto del mobile.
    Ci sono un sacco di persone a Nouvieille - chiamiamole persone per il momento - che possono lanciare maledizioni un po' come gli gira. Persone un po' morte, un po' meno morte, persone arrampicate su per una tomba di secoli fa, persone vive con un sacco di potenziale che di solito finiscono morte per aver fatto un patto con le persone alate sbagliate... rise, bevendo il caffè. Se ne ricordava giusto una. Alle volte gli stregoni facevano la fine degli scemi, tutta colpa dell'ambizione e della brutta abitudine di fare affidamento sull'angelo sbagliato.
    Da come la descrivi prima che sparisse, direi che la tua Brynhild ha visto il tipo d'angelo che non vorresti mai incontrare. Gli avrà schizzato del sangue in faccia, l'avrà aiutato a soffiarsi il naso durante una perdita ematica, avrà leccato il lampione sbagliato. Non ti so dire. Sta di fatto che è diventata... scostante, scorbutica e tormentata, giusto? Magari bipolare. Magari rabbiosa e maniaca. Cosucce del tipo che prima non beveva e poi si è data all'alcolismo serio, o qualcosa di peggio? E poi l'isolamento, giustamente. Una fuga da manuale per non fare del male alle persone che gli stavano a cuore. Può darsi sia venuta qua a cercare il suo untore, in effetti, pensando di potergli chiedere qualcosa. Peccato sia inutile, in un certo senso.
    Poggiò il caffè squadrandola con gli occhi verdi e l'aria di chi ne aveva viste tante, anche troppe, le braccia incrociate sul petto.
    Qui a Nouvieille al momento scarseggia un vero e proprio bilanciamento. Di solito vengono attirate qui tutte le specie, buone, cattive, neutrali... ma da un po' di tempo a questa parte mancano sia i pennuti benevoli che tutte le altre categorie a supporto dell'umanità. Lasciamelo dire, è una vera noia senza di loro. Riprese il suo caffè senza tante storie.
    Ma se proprio vuoi una buona notizia, la tua amica potrebbe essere morta e allora basterebbe uno schiocco di dita per farla tornare da te - è più semplice di quanto pensi. Oppure potrebbe essere una non morta e, schietto schietto, se riesce a resistere all'impulso di mangiarti potresti anche riabbracciarla. Da quel che ho capito vuoi trovarla e faresti di tutto per farlo... no?
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    L'ennesima scatola.
    Sbuffò, gettando nel contenitore plastico che aveva recuperato nel magazzino tutto quello che gli serviva, dalle flebo ancora incartate e sterili a siringhe e aghi nuovi fiammanti; sacche di soluzione in cui introdurre gli antibiotici a boccette di varia natura che contenevano altro siero, vaccino, antidolorifici ed in generale il necessario per operare in sicurezza sulla ragazza. Prima di uscire mise il contenitore su un banco e si avvicinò al piccolo lavabo con sapone e specchio, osservandosi nel riflesso: inspirò a fondo, si lavò le mani e aprendo l'acqua fredda si sciaquò la faccia più volte per aiutarsi a sbollire, riprendendosi dal torpore che iniziava ad aggrapparglisi addosso come un morto sulle spalle. Aveva bisogno di un'altra bella tazza di caffè, e forse anche la ragazza.
    In realtà comprendeva, almeno in parte da come ne aveva parlato prima uscisse dalla stanza, i suoi timori sulla madre-amica-nonsapevacosa dispersa e morta. Sebbene con un po' più di discrezione, se non avesse lavorato per l'ospedale e avesse avuto bisogno delle stesse informazioni ci si sarebbe introdotto più o meno come lei, senza tante storie, costringendo anche con la violenza l'inserviente di turno ad accedere al database e a farglielo controllare. Peccato non provasse lo stesso cieco attaccamento per qualcuno oramai da tempo. Peccato dovesse badare solo ed unicamente a sè stesso. Peccato che molti dei corpi finiti in obitorio in giorni, settimane precedenti fossero proprio a causa sua. Non avevano ritrovato sua sorella, nè suo figlio - e come potevano, le forze dell'ordine, se stavano nel suo giardino, sepolti nelle fredde profondità della terra? Aveva fatto denuncia di scomparsa e ovviamente in quanto parente prossimo si era ripreso tutto ciò che gli apparteneva. Oramai di loro non rimanevano nient'altro che corpi dilaniati ridotti male in una sola bara a tenuta stagna, ricordi sbiaditi e le fedi di oro rosso che portava all'anulare, come se fosse ancora sposato. E Sara. Sara gli mancava, anche se ovviamente lei era la maga buona e lui l'angelo cattivo. Tra loro c'era sempre stata quella complicità, quella passione mai venuta a galla, per quanto ci avesse provato con lei. Cosa gli avrebbe detto in quel momento?
    Sei finito in basso, Raven. Guardati. Per te è normale uccidere, per me è ingiustificabile.
    Eppure l'aveva desiderata e voluta fin da quando aveva incontrato i suoi occhi castani di ragazza normale, all'apparenza timida, ma con sotto una grinta inimmaginabile.
    Sara...
    Abbassò gli occhi dal proprio riflesso per evitare di vedersi con quell'espressione nostalgica che, pure se sua, riusciva a dargli i nervi. Si lavò un'ultima volta la faccia con l'acqua gelida, chiuse il rubinetto e prese le cose che aveva messo da parte, afferrando al contempo un gambo porta-flebo con le ruote nell'uscire. Trascinò tutto con sè nel rientrare dalle doppie porte, dove la ragazza alla scrivania sembrava stanca e provata.
    In realtà l'hai chiesto proprio tu. Hai intortato per bene il mio collega, pover'uomo.
    Uomo debole.
    Ti avevo lasciato aperto il database, imbranata. Ma se la tua amica è davvero morta, meglio ti aiuti ad usarlo.
    Ed ecco che torna il Dottor Male. Bravo fuori, putrido dentro.
    Roba che Sara gliel'avrebbe rinfacciato per dodicimila anni di seguito. Poggiò il contenitore sulla scrivania e la gamba porta-flebo vicino alla sedie, preparandola in pochi minuti, calcolando al microgrammo ogni medicinale da somministrare. Accese di nuovo il bollitore del caffè, in modo avesse il tempo di scaldarsi per fare un altro paio di tazze di sciaquatura di lavandino al sapore di caffeina. Poi la fece girare verso di lui e le diede un paio di pacche leggere sulla spalla, inginocchiandosi davanti a lei a causa della statura.
    Hey, non addormentarti. Non ti farebbe bene con questo freddo e i valori sballati che hai. Porgimi il braccio, ti rimetto la flebo: ti darà un po' di energia. Se poi starai bene, vedrò di trovare qualche bustina di thè abbandonata da qualche collega.
    Ah, la flebo, già. Dato te la sei strappata, dovrò mettertela sulla mano. Chiudila a pugno e stringi forte, in modo da farmi vedere la vena.

    Anche se da quella posizione era piuttosto scomodo, raggiunse un nuovo paio di guanti (ce n'era un pacco intero sulla scrivania) e il disinfettante con cui pulire la zona, già distribuito su piccoli quadrati di garza bagnata. Non l'avvertì che le avrebbe fatto male, non ce n'era bisogno, anche se un poco ci avrebbe goduto. Comunque, non era intenzionato a farsi la nomea di medico dalla mano pesante. Il lavoro era lavoro e finchè non timbrava il cartellino, Raven era soltanto un altro medico come tanti altri. Fuori dal turno sarebbe stata una faccenda a parte: scartò l'ago della flebo sperando che la ragazza non si ritraesse o lagnasse della cosa.
    Nel frattempo raccontami un po' della tua amica. Perchè sei così convinta che questa Brynhild Dahl sia morta? O non lo sai di per certo e stai semplicemente cercando una conferma di qualche tipo?
    La guardò, dissimulando una certa circospezione: se era passata di lì da cadavere, poteva essere che questa Brynhild stesse già nel suo stomaco da un bel pezzo? Oppure che fosse quel corpo che aveva dato alla banshee in cambio di una reciproca concessione? Ogni tanto ne prendeva uno per i suoi scopi lasciando la dicitura ospedaliera "messo a disposizione dei tirocinanti per praticandato", quando in realtà ne aveva bisogno per - banalmente - mangiarlo e sopravvivere al giorno dopo. Non che il cannibalismo gli piacesse, ma ormai era costretto a praticarlo. E se la dicitura fosse comparsa proprio in corrispondenza a quel nome? Non aveva voglia di inseguire una ragazzina urlante che sarebbe andata in giro a gridare "aiuto, quell'uomo ha mangiato la mia amica" - sempre l'avesse scomperto, comunque. E nemmeno aveva voglia di tagliarsi la testa alla reputazione da medico, ammazzandola davanti alle telecamere nel posto più frequentato di Nouvieille.
    Argh.
    Sospirò. Problemi, sempre problemi. Meglio trattarli uno alla volta.

    Edited by 'Raven' - 1/6/2020, 14:09
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    Ursa Walker.
    Prese a digitare sul portatile, gettandole un'occhiata ogni tanto, giusto per assicurarsi non gli sparisse da sotto il naso mentre gli parlava. Fece un sorriso breve ed estremamente tirato, che gli evidenziò le rughe d'espressione attorno alla bocca e la mascella, quando la sentì parlare di cosa aveva oppure no: avrebbe commentato in maniera tale da ribaltarla come un calzino - se davvero conosceva la situazione, come mai quell'incosciente si trovava in giro e non nel suo letto a riposare? - ma si morse preventivamente la lingua prima di pronunciare anche solo una parola. Ovviamente la presa tra i denti affilati non fù delle più piacevoli e gli fece arrossare l'angolo degli occhi, ma da come la guardava insistentemente si percepiva di come gli fosse passato velocemente il pensiero di recuperare in qualche modo del napalm per buttarglielo addosso. Si sforzò tuttavia di continuare a risultare professionale - uno sforzo a cui aderì di malavoglia, leggendole la terapia.
    Diagnosi: Incidente stradale. Effettuata profilassi anti-tetanica, inoculazione di immunoglobine. Ciclo di antibiotici preventivo, dizinfezione e pulizia delle abrasioni a Gamba destra e braccio destro, trattamento con connettivina, tintura iodata. Dubito che tu abbia punti, a meno che tu non abbia maltrattato qualcuno dei medici. Continuò con un sospiro a leggere. Costole incrinate, sospetta compressione delle vertebre cervicali. Utilizzo del collare in via preventiva. Radiografia collo-torace-bacino in fase di valutazione. In caso di lesioni poco estese, prescritto l'uso del busto per periodo di sei mesi.
    Ti consiglio di prepararti, perchè non ci andrò leggero.

    Prevedibile. Cos'era stata, dalle cinque alle sette ore con la flebo? Probabilmente erano riusciti a somministrarle a malapena la dose prevista di micro-litri di siero per l'antitetanica, una quantità di antibiotico limitata, dell'antidolorifico che sarebbe durato al massimo per un'altra ora. Doveva riattaccarle la flebo in vena, fornirla dell'antibiotico usato e di altro antidolorifico, effettuare la vaccinazione (sempre per l'antitetanica) in siringa e farle rimettere il collare, eventualmente aggiungendo il busto quando il radiologo si fosse preso la briga di mandare i risultati. Le rivolse un altro sorrisino, al pensiero di quanto fosse dolorosa la vaccinazione. Inoltre, se non fosse stata buona al suo posto, era autorizzato a darle dei sedativi - valutare l'idea di applicarle una fasciatura completa deluxe per non permettere ai suoi errori di prosperare ulteriormente sembrava allettante quanto l'immagine del materasso, adesso.
    Certo, questo prima che Ursa pronunciasse le fatidiche parole che per uno specialista erano la condanna a morte concretizzata.
    Trattenne il respiro. Lo trattenne per una quantità di tempo che sembrò infinita, rimanendo paralizzato a guardare il portatile prima di spostare, lentamente e drammaticamente, gli occhi verdi su di lei. L'idea di procurarsi dell'acido e versarglielo addosso diventò improvvisamente più concreta di quella del napalm - in fondo si trovavano in un ospedale ricolmo di sostanze chimiche irritanti e dannose. Rimase ammutolito, in apnea, mentre valutava quanto oltraggiosa fosse la richiesta della ragazza. Gli aveva appena detto, senza peli sulla lingua, di fargli da motore di ricerca perchè aveva un accesso al database medico del paese dopo svariate ore di turno, un viavai infinito e a seguito di una divertentissima autopsia, dove aveva dovuto suddividere gli organi in scodelle per capire quali budella fossero al posto giusto e come riposizionare quelle in avanzo?
    Se fosse stato giusto un poco più alterato, gli avrebbero preso fuoco i capelli d'un colpo. Invece, prima potesse anche solo iniziare ad urlarle addosso, le lampade led dell'obitorio vacillarono tutte quante, spegnendosi e accendendosi come lampadine di natale. La sua improvvisa rabbia aveva toccato l'alimentazione elettrica di quel piano: l'energia fluì armonica fino a sovraccaricarne alcune, che arrivate al loro limite esplosero letteralmente dal soffitto.
    Merda!
    Solo al rumore sussultò, inginocchiandosi in maniera istintiva per sfruttare la scrivania, al riparo da eventuali frammenti di vetro (in realtà nessuno), con un gran respiro. Non era decisamente la prima volta che succedeva. Tagliò la linea energetica creata dal suo potere, normalizzando le luci della stanza e controllando il respiro, che si era fatto d'un tratto affannoso. Comunque, rivolse uno sguardo di fuoco alla sprovveduta che gli sedeva poco distante.
    Ci mancava questa. Commentò in tono sarcastico. Arrivi in ospedale, ti offrono la prima assistenza dopo averti gentilmente caricata e trasportata per mezza città, e la prima cosa che fai dopo esserti svegliata curata e sistemata di tutto punto è venire a frignare in obitorio perchè hai scambiato il servizio ospedaliero per una app di localizzazione online? Sicura di non aver battuto anche la testa?
    Si risollevò dalla scrivania con lo sguardo torvo, si tolse i guanti e li sbattè accanto al portatile. Poi si avvicinò allo schienale della sedia e, dal momento che era dotata di rotelle, la afferrò e la tirò davanti alla scrivania di peso, con ragazza annessa seduta sopra.
    Mai sentito parlare dei social media? Ecco, rinfrescati la memoria, hai un pc ed una connessione: fa da sola. Nel frattempo, mentre ripenso a quanto del mio ossigeno stai consumando nella stanza, andrò a prendere i medicinali e una nuova flebo e giuro sulla Stella del Mattino, se ti sentirò lamentarti anche solo da lontano uscirai da questo reparto più strafatta di una lumaca in pensione - E ringrazia il cielo per stare vegliando sulla tua dannata testolina. dopo Otto ore di turno anche un morto si rammollirebbe.
    Gli armadietti delle forniture mediche erano nel magazzino accanto all'obitorio, poco fuori dalle doppie porte. Avrebbe potuto andare nella farmacia al pian terreno, ma per farlo avrebbe dovuto mollarla in reparto e percorrere mezzo ospedale, andata e ritorno, con la probabilità di staccare la corrente ad ogni metro percorso. Meglio rimanere vicino, si disse dirigendosi indignato alle porte, fosse anche solo per pianificare di gettarla in uno dei refrigeratori dopo quella sfuriata in piena regola.

    CITAZIONE
    Sovraccarica: Raven è in grado di sovraccaricare di energia qualsiasi apparecchiatura elettrica o elettronica presente nei paraggi (un lampione, una torcia, dei cavi dell'alta tensione, delle batterie, ecc), generando una dispersione di tensione che gli permette di danneggiare gli avversari con scariche elettriche direzionate. Sulla corta distanza, può manipolare l'elettricità presente nel proprio corpo per produrre calore e convogliarlo a livello di epidermide, potendo così provocare ustioni fino al secondo grado (o maggiori, se ripetuta più volte sulla stessa area) o surriscaldare i metalli col tocco. 3 turni
    Turno I
  11. .
    Effettivamente, pareva che avesse sentito bene. Un collega aveva bussato alle doppie porte e gli aveva brevemente chiesto di far fare un giro alla ragazza che era poi entrata, e che a quanto pare cercava sua madre. Mentre sentiva il caffè cominciare a bollire, quello lo salutò lasciando la giovane al suo destino, dicendo che doveva tornare in servizio. Raven gli rivolse uno sguardo astioso: sapeva che era contro le regole dell'ospedale e gliel'aveva fatto comunque fare? Tordo.
    Va bene, me ne occupo io. Te la rimando di sopra quando avrà finito.
    Finalmente il caffè bolliva. Ascoltò le richieste della ragazza mentre recuperava il caffè bollente, poi si avvicinò a lei e le rivolse uno sguardo di valutazione: aveva il braccio destro e la gamba destra fasciati, un rivolo di sangue probabilmente proveniente dalla vena in cui una volta c'era stata una flebo (e senza cerotto nè disinfettante, cosa che andava anch'essa contro le regole di igiene) e aveva un'aria estremamente pallida, nonostante la pelle ben più scura della sua potesse tradire l'eventuale, occasionale osservatore. Quasi sicuramente stava sentendo un male cane, o forse si sentiva intimorita dalla sua presenza.
    Chissà cos'altro ha, per il diavolo.
    Buonasera. Non sapeva il nome, e anche se infastidito cercò di simulare una certa cortesia professionale. Devo controllare le cartelle cliniche che mi sono arrivate questa sera. Anche lei è stata coinvolta nell'incidente di stanotte? Probabilmente l'abbiamo caricata sull'ambulanza.
    Si spostò una mano sul fianco, sorseggiando caffè dalla tazza e scrutandola con le iridi di un verde quasi al neon, velato di stanchezza. Era una bella ragazza con dei tratti smaccatamente indiani, tipici degli indiani d'america nelle riserve. Una Pocahontas sperduta con dread e capelli rossi, avvolta in una tunica da ospedale - il chè significava che le lesioni probabilmente erano più estese del previsto - ed in un'ulteriore strato di tuta per il freddo dell'obitorio.
    Ci sono molti corpi del quale non ho ancora potuto verificare i documenti, e altri potrebbero arrivare dalle sale d'operazione o dalle terapie intensive in tarda mattinata. Se preferisce rimanere qui per un riconoscimento non ho nulla in contrario, ma ci vorrà del tempo - e senza flebo, antidolorifici e qualsiasi cosa si sia tolta nel suo breve soggiorno al reparto, temo mi crollerà davanti sul pavimento tra due minuti o poco meno. Quindi, signorina, se vuole rimanere qui mi permetta di visionare il suo file e rimetterla sotto terapia. Anche perchè tempo una giornata e domani urlerà se solo le sfioreranno le contusioni con un dito, farmaci o no.
    Fù brutalmente chiaro su questo punto, forse persino piccato dato avevano interrotto il suo lavoro. Tuttavia l'idea di avere giovane compagnia non lo disgustava totalmente, poteva tollerare, forse persino godere delle facce smunte della ragazza davanti ai corpi trucidati che gli avevano messo da parte. Prese ancora una sorsata di caffè, prima di lasciarlo sulla scrivania.
    Intanto può mettersi seduta qua. Appena fatto, vedremo di capire che fine ha fatto sua madre.
    Anche la scrivania era dotata di una sedia, poco meno imbottita dello sgabello. Gliela spostò per praticità e si accinse ad aprire il portatile per controllare le informazioni caricate dal pronto soccorso, in modo da recuperare la terapia adatta e l'esatta prognosi iniziale.
    Signorina, il suo nome?


    Sugar, mi dicono dall'amministrazione che sarebbe meglio se mettessi le statistiche del tuo personaggio (energia, stato fisico e mentale, ecc) sotto spoiler, per evitare confusioni varie. Ti spiacerebbe?
    So che anche il nuovo risvegliante è un tuo conoscente, se potessi riferirlo anche a lui sarebbe perfetto. Perdonami, ma sono direttive dall'alto >_<
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    Aggiornamento 26-4-2020: aggiornata la descrizione del Moonlight per ristrutturazione.
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    Non era raro che la maggior parte degli incidenti capitasse durante il fine settimana, durante il venerdì sera ed il sabato sera, quando qualcuno si dimenticava di premere il freno per stanchezza o per un goccio di troppo. Nouvieille dopotutto era una città come tante altre, dove la popolazione umana - e non solo - si divertiva alla fine dei propri turni di lavoro, festeggiando l'incombente settimana a venire con più alcool che sangue nelle vene. Tutto molto bello, se non fosse stato per il grande incidente in centro di quella sera che aveva coinvolto un numero spropositato di convogli e messo in movimento tutta la macchina sanitaria e di assistenza, tra chi si occupava di tagliare e sfondare le lamiere per liberare corpi più o meno maldridotti e chi si occupava di portarli via per ricucirli o, nel peggiore dei casi, ricomporli e cercare le famiglie. Non che Raven avesse la serata libera in quanto quella settimana era di turno dalle otto di sera alle otto di mattina, e non che gli dispiacesse in maniera così acuta constatato l'orrendo e truculento spettacolo a cui aveva potuto assistere... e tuttavia, aveva sperato almeno di poter visitare il suo locale l'indomani per accertarsi dei lavori di ristrutturazione. In qualità di sanitario invece, con un'emergenza così grande e improvvisa, non aveva dubbi sul tornare a casa: non ci sarebbe tornato. Nella migliore delle ipotesi, le otto ore di turno si sarebbero trasformate in dodici, dopodichè sarebbe crollato mugugnando davanti alla macchinetta del caffè o sul divanetto nella stanza degli infermieri. Nel peggiore, avrebbe dovuto chiamare qualcuno per sistemare casa e locale, arieggiare e fare le dovute pulizie, dopodichè si sarebbe schiantato contro il materasso per le successive ore e tanti saluti a tutti.
    Il problema della stanchezza comunque non si poneva finchè restava in movimento: c'erano stati talmente tanti corpi da recuperare e movimentare sul campo, e talmente tante operazioni chirurgiche tutte d'improvviso una volta tornati in ospedale, che difficilmente avrebbe avuto anche solo il tempo per pensare alla fatica mentale e fisica accumulata. Con un leggero abuso di caffeina e con l'aiuto dei colleghi era riuscito a caricare nelle varie ambulanze almeno una quindicina tra morti e feriti, e il massimo legale di due interventi in rapida successione gli aveva concesso di prendersi una pausa con un lavoro più tranquillo e decisamente meno amato.
    Per quanto chirurgo di pronto soccorso, non molti medici in ospedale amavano avere a che fare con i cadaveri e la loro pulizia e chiusura, specie quando l'intestino stava da una parte ed il resto spiaccicato da un'altra, magari a qualche metro di distanza. A Raven non spiaceva invece stare in compagnia dei morti, silenziosi ed immutabili, e così verso le due - col calare delle emergenze - l'avevano mandato a ricostruire e pulire quelli più gravi, quelli di cui quasi nessuno sopportava lo sguardo assente e le profonde lacerazioni nei tessuti.

    L'obitorio dell'ospedale di Nouvieille non era vasto, ma aveva una buona quantità di celle frigorifere, lettini di metallo e forniture davanti a cui il suo personale nel seminterrato poteva solo impallidire. Due cadaveri di diversa nazionalità e sesso stavano sotto teli di lino che iniziavano a grondare dalla quantità di sangue assorbito, mentre gli altri quattro, leggermente messi meglio, erano stati portati da altri colleghi alle celle e messi lì dentro in attesa che l'angelo nero finisse il suo compito un po' alla volta. Aveva una scrivania in un angolo illuminato della stanza e dopo aver completato i controlli preliminari e visionato i rapporti stesi sull'ambulanza, doveva passare all'ispezione degli effetti personali, recuperare le informazioni sui familiari e contattarli, per poi occuparsi di rimettere assieme i pezzi del puzzle umano, armato di bisturi, pinze, ago e filo. La valutazione che avrebbe in seguito scritto sarebbe valsa come peripezia per le autorità competenti e come autopsia valida, motivo per il quale non solo ricuciva, ma apriva e chiudeva constatando la gravità dei danni e a quali organi.
    Faceva un freddo cane però. L'obitorio era ovviamente tenuto a temperature basse per permettere la conservazione delle salme, e probabilmente anche la sua, motivo per il quale lavorava rattrappito dentro la vistosa divisa rossa con catarinfrangenti sulle braccia e sulle gambe, su cui risultava impossibile distinguere il colore dal sangue effettivo. Con le mani avvolte dai guanti di lattice azzurri tipici del personale e circondato da una quantità assurda di contenitori, lavorava minuzioso all'esplorazione del secondo corpo umano dopo aver finito col primo, borbottando e lamentandosi di quando in quando del freddo che gli entrava nelle ossa, in piedi per metà ma con una gamba ed il piede incastrati nel piolo di uno sgabello imbottito, da modo potesse trascinarlo per sedersi ogni tanto. La tazza di caffè bollente era poggiata sul ripiano del lavandino, ma dubitava che la donna asiatica dai lunghi capelli neri fatta a pezzi davanti ai suoi occhi se ne sarebbe lamentata, così come non si sarebbe lamentata di avere qualcuno con cui parlare. A tutti gli effetti, l'angelo sembrava il classico anatomopatologo alla CSI, leggermente inquietante e forse anche sgradevole agli occhi degli altri per la mancanza di scrupoli verso corpi morti e (quasi) sepolti. Un motivo in più per cui nessuno sarebbe venuto a disturbarlo tranne che in casi di urgenza.

    Erano quasi le quattro - e lui era solo a metà del lavoro - quando sentì un rumore provenire da dietro la doppia porta che dava al corridoio. Guardò l'orologio strabuzzando gli occhi per l'orario, dopodichè si lavò velocemente le mani al lavabo e afferrò la tazza di caffè ormai fredda, sorseggiandola. Arricciò le labbra dal disgusto - ormai tagliate in più punti, perchè passava il tempo a tormentarsele coi denti mentre lavorava - prima di convincersi che poteva prendersi un momento di pausa per scaldarlo. Allora si staccò dal tavolino scansando lo sgabello, lasciando tutti gli strumenti riposti accanto alla testa del cadavere scoperto, e si diresse alla scrivania inondata di scatole e oggetti tra i più disparati sul quale troneggiava il bollitore mezzo vuoto, nel quale riversò il contenuto della tazza.
    Si? Alzò la voce in risposta al rumore appena sentito, mentre pigiava il tasto di accensione, mettendosi a braccia conserte ad aspettare il caffè al sapore di acquaragia. Non gli sembrò di avere risposta, per cui si girò verso la porta, prima dubbioso. Preferì insistere, supponendo di aver sentito un collega bussare.
    Che c'è?
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    Per me va benissimo, per Raven anche dato al pronto soccorso... ci lavora XD
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    Certamente! Qualche preferenza di luogo, ambientazione, situazioni (tranquilla, concitata, etc)? Vorresti che ad aprire fossi io, oppure vuoi provare tu? Non ti fare assolutamente problemi e se vuoi proporre qualcosa vai tranquilla, troverò il modo di venirti dietro XD
3203 replies since 20/8/2008
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